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Prefazione Vocabolario Andrea web

 

 

 

PREFAZIONE

 

Non è facile scrivere un vocabolario e non ho la presunzione di farlo, quello che vi apprestate a consultare è il mio vocabolario nel senso che non è un vocabolario Siciliano/Italiano bensì il mio parlare Mazarese/Italiano. E’ il prodotto raccolto, in tanti anni, di vocaboli che in questi ultimi due anni ho cercato di mettere insieme tenendo conto che dal 1970 io non abito più in Sicilia. Ho scoperto che di vocabolari Siciliano/Italiano ce ne sono tanti e che il web è pieno. Fra tutti quelli consultati e il mio lavoro, per quanto ambizioso, qualche differenza c’è, infatti, io sono voluto rimanere ancorato nel mio territorio natio o paesi limitrofi anche se tutti sappiamo che tra una città e l’altra le forme dialettali locali variano con una facilità incredibile anche tra paesi confinanti ed anche tra quartieri della stessa città. Un caro amico qualche anno fa mi faceva notare che io e lui avevamo lo stesso linguaggio perché eravamo cresciuti nello stesso quartiere e nello stesso ambiente sociale mentre, mi diceva lui, se noi ci allontaniamo in un altro contesto sociale di Mazara, si notano molte differenze che, nel caso del dialetto, non sono di poco conto. D’altronde, Devoto e Oli, nella prefazione del loro Dizionario, sostengono che “Sfogliare un vocabolario vuol dire dialogare: non accettare disordinatamente; non respingere autoritariamente. Il dizionario non è mai un testo che detta legge. E’ un punto di riferimento, un centro di smistamento per discutere e dialogare”.  Questo è quello che voglio fare io con i visitatori del mio sito web:  http://www.andreasormani.altervista.org/. Non voglio imporre perciò le mie parole così come le ho conosciute ma voglio dialogare e discuterne con chi lo leggerà, insomma io voglio incuriosire, alcuni miei lettori, con la speranza che serva da stimolo per suggerire altre parole o cambiare le mie convinzioni e quindi correggere o limare per arricchire sia le mie conoscenze sia il vocabolario. Per fare ciò devo innanzitutto spiegare, a chi leggerà, il mio modo di lavorare nell’affrontare l’impegno preso e cioè non ho trascritto l’etimologia delle parole perché altrimenti mi sarei perso tra parole morte e neologismi inutili. Ho perciò riportato la parola così come l’ho conosciuta per trasmissione orale mentre ho eliminato tutte le parole nuove, specialmente il linguaggio tecnologico che, ho notato, quasi tutti hanno utilizzato trasformandole con una semplice rotazione di vocali dall’italiano in siciliano. Faccio qualche esempio: Telefono in italiano è stato trasformato in Telefanu, Televisione è diventata Televisioni, Supermercato è divenuto Supermercatu, Prosciutto è diventato Prosciuttu e così via. Ecco tutte queste parole in questo vocabolario non compaiono oppure se ne troviamo qualcuna è solamente per evitare di non mettere parole che in dialetto assumono significato completamente diverso come per esempio Cattivu che è “Chi commette brutte azioni” in dialetto siciliano ha un significato completamente diverso, infatti, significa “Vedovo”. Di molte parole, poi, non vedrete quelle basilari: esempio “Cazzottu” non lo troverete perché c’è già nel dizionario italiano quasi uguale “Cazzotto” mentre troviamo “Cazzuttazzu” e “Cazzutteddru” la forma accrescitiva o quella vezzeggiativa e a volte anche la forma dispregiativa.  Ho sempre amato il dialetto e il mio innamoramento è avvenuto prima ancora di conoscere i vocabolari e in questo momento mi tornano in mente certe letture fatte alle scuole elementari e incluse nel libro in uso a scuola come “Lumie di Sicilia” o “A cuccìa” che mi hanno fatto conoscere le cose e la cultura siciliana. La svolta è arrivata con i primi esami di “Storia della grammatica e della Lingua Italiana” all’università e alla scelta successiva di includere nel “Piano Studi” materie come Glottologia, Linguistica e Filologia. Non sto divagando ma ho voluto ricordare l’amore che ho sempre nutrito per le parole e l’attaccamento alle mie radici. Quando ho iniziato a realizzare il mio sito web ho avuto come punto di riferimento tutte queste cose e ho voluto metterle a frutto scavando nel mio passato così sono nati i racconti in dialetto “Ti vogghiu cuntari… http://www.andreasormani.altervista.org/storiepescatori.htm“ e  di conseguenza, successivamente ho aggiunto il link sul dialetto:  http://www.andreasormani.altervista.org/dialetto.htm.  Vi invito, perciò,  a visitarli entrambi e leggerli perché in essi presento il linguaggio reale nel primo collegamento ipertestuale e nel secondo alcune caratteristiche del dialetto per farlo comprendere o scoprire l’etimologia di alcune parole. In seguito, ho introdotto il link sui proverbi e detti  http://www.andreasormani.altervista.org/proverbi.htm che rappresentano, un po’, lo scibile dei nostri avi che spesso citavano questi  modi di dire come regole di saggezza.  I collegamenti ipertestuali che ho segnalato, quindi, diventano importanti ai fini  della comprensione del metodo usato per la stesura del vocabolario senza peraltro dover trascrivere integralmente tutto ciò che ho detto in quello specifico sul dialetto. Certo che non ho avuto fretta nell’allestimento, non ho calcolato le ore di lavoro che mi si paravano davanti, perché al solo pensiero, sarebbe stato meglio, forse, abbandonare subito il progetto. Il web mi ha dato una notevole mano di aiuto altrimenti la ricerca su opere librarie mi avrebbe portato a passare giornate intere in biblioteche a cercare e trascrivere. Sono sicuro che tanti sorrideranno di questa mia predilezione per il dialetto,  ma oggi in un mondo costituito di smartphone, pc, scanner, video, blogger, youtuber, web, url, adsl, fibra, layout, home, tag, www, account, password, tweet, link, download, feedback, slide, share, software, hardware, cookie…… e chi più ne ha più ne metta, dove regnano la privacy e i selfie, i gay e i single, slogan e look, hackers e freelancer, post e like, followers e leaders, insomma step by step ........ Mi è venuta una gran voglia di recuperare la mia lingua natia cioè il DIALETTO.  Andando avanti con gli anni ritornano spesso le parole dialettali e proprio per favorire il tornare ad ascoltare quei suoni e il rivivere quegli anni lontani, mi piace ricordare una frase dello scrittore Luigi Meneghello che così ha ragionato sul rapporto fra il dialetto ed il mondo infantile: "C'è un nocciolo indistruttibile di materia apprehended, presa coi tralci prensili dei sensi; la parola del dialetto è sempre incavicchiata alla realtà, per la ragione che è la cosa stessa, appercepita prima che imparassimo a ragionare, e non più sfumata in seguito dato che ci hanno insegnato a ragionare in un'altra lingua. Questo vale soprattutto per i nomi delle cose" (in Libera nos a Malo pag. 41). Mi auguro di essere stato chiaro nell’esporre il metodo usato e di aver suscitato curiosità verso Te, caro Lettore, che hai avuto la pazienza di leggere questa lunga prefazione ma se sei arrivato, fin qui vuol dire che sei interessato o quantomeno incuriosito e perciò Ti auguro un buon divertimento.

 

B I B L I O G R A F I A

Dizionario della Lingua Italiana – G. Devoto – G. C. Oli

Nuovo dizionario siciliano-italiano  di Vincenzo Mortillaro: https://books.google.it/books/about/Nuovo_dizionario_siciliano_italiano.html?hl=it&id=u7gWAAAAQAAJ ;

Trapanisiannu: Il dialetto di Trapani

Wikizziunariu - scn.wiktionary.org

https://giuseppe-tuccio.jimdo.com/vocabolario-siciliano-italiano/

https://www.goccediperle.it/catania/vocaboli-del-dialetto-catanese-ormai-in-disuso  

 http://www.palermoweb.com/lamusicadelsole/dialetto/influenze_araba.asp

Non ho chiesto a nessuno ma un ringraziamento particolare lo devo porgere a tutti gli amici che hanno scritto versi e racconti siciliani e mazaresi in particolare. La lettura delle loro opere è stata importantissima, da esse ho raccolto molto, ho ritrovato il mio vissuto e le mie radici. Grazie!

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