Da
ragazzino quando si parlava del mare mio nonno, i miei genitori, i miei zii
o i miei fratelli più grandi mi dicevano il nostro mare che poi ho scoperto,
era il Mediterraneo. Più grandicello ho saputo che gli antichi Romani
chiamavano il Mediterraneo, Mare Nostrum perché tutte le terre affacciate in
esso appartenevano all'antica Roma. Poi nei primi di agosto del 1960 furono
uccisi, dalle motovedette Tunisine, il Capitano Antonio Genovese e
l'Armatore Luigi Licatini imbarcati sul Motopeschereccio Salemi che si
trovava a pescare in acque internazionali in prossimità di quelle tunisine.
Fu un grave fatto luttuoso che colpì la marineria di Mazara del Vallo e a me,
ragazzino, fece grande impressione perché mi aiutò a capire che i nostri
genitori, che andavano a pescare in quelle zone, erano costantemente in pericolo di
vita ed il Mediterraneo non era solo il nostro mare. Adesso volendo
affrontare la ricerca delle specialità ittiche che vivono nel
Mediterraneo e facendo un'esplorazione via Internet mi sono accorto che tutti i
siti che disquisiscono sul Mediterraneo o sui pesci che in esso vivono hanno
opposto il Copyright. Mi chiedo sono diventati tutti proprietari del nostro
mare? E se parlo del Mediterraneo e dei pesci ed uso lo stesso linguaggio,
vado nei guai? Si può usare un altro linguaggio? Spero che nessuno per
descrivere o presentare questa mia ricerca non abbia da ridire o incolparmi
di plagio.
Il mio Mediterraneo è, senz’altro, la superficie del mare stesso, le sue
coste, le sue isole, soprattutto le città portuali, che sono i principali
punti di arrivo e di partenza per tutti quelli che l’hanno attraversato, ma
principalmente chi l’ha utilizzato per pescarci e ritenerlo come fonte di
sostentamento per le proprie famiglie. Il Mare Mediterraneo, culla di
civiltà e della nostra storia, è delimitato a nord dall'Europa, a sud
dall'Africa e a est dall'Asia. E' un bacino interno dell'oceano Atlantico
con cui comunica attraverso lo stretto di Gibilterra, è in collegamento,
inoltre, con il Mar Rosso, attraverso il canale di Suez e con il Mar di
Marmara attraverso lo stretto dei Dardanelli. Ha una superficie di circa
2.505.000 km2 e la larghezza è mediamente di 600 km, larghezza che si riduce
tra la Sicilia e la Tunisia. Ha una profondità massima di oltre 5.000 m
nelle acque del mar Jonio. I bacini in cui il Mediterraneo è diviso sono:
Mar Ligure, Mar Tirreno, Mar Jonio, Mar Adriatico, per quanto riguarda
l'Italia. Inoltre comprende: Mar Egeo, Mar di Marmara, Mar Nero, Mar di Avoz,
Mar di Levante, Mar di Alboran, Mar delle Baleari. Le isole principali del
Mediterraneo sono: la Sicilia, la Sardegna, la Corsica, Cipro, Creta, oltre
a diversi altri piccoli arcipelaghi. E' uno dei più ricchi di fauna ittica
ma io descrivo solo quelli tra essi più conosciuti o che più si trovano sui
nostri mercati. Tra i mari italiani il più pescoso è il Mar Adriatico. Il
Mediterraneo rappresenta l'1% dell'intera superficie marina del globo. Sulle
sue acque pesca, fra le altre, la più grande flotta peschereccia Italiana
quella di Mazara del Vallo, mia città natia, che è anche una delle più
importanti di tutto il bacino. La flotta peschereccia di Mazara ha costruito
un modello di pesca con spostamento dei pescherecci in tutto il
Mediterraneo, oltre a quelli che eseguono la pesca Atlantica, con ore e ore
di navigazione per arrivare sui banchi di pesca. Lo spostamento della flotta
verso tutto il Mediterraneo ha determinato un adeguamento delle imbarcazioni
e soprattutto del tonnellaggio impiegato. Mazara del Vallo è considerato il
più importante compartimento marittimo a livello nazionale. Il Mediterraneo
è fonte di ricchezza e di cultura. Deve continuare a vivere. Dobbiamo
difendere la civiltà mediterranea. La civiltà che è stata culla di tutte le
civiltà occidentali. Le origini, infatti, nascono in Mesopotamia, lì si
inventa la scrittura, si incominciano a forgiare i metalli, fioriscono i
commerci, si sviluppano le tecnologie trasferite più tardi più ad occidente
con i fenici, i greci, i romani e fino a tutto il XV secolo quando, con la
scoperta dell'America, il mediterraneo fu relegato ad un ruolo secondario.
Non si possono dimenticare millenni di cultura. Nel XIX secolo la
rivoluzione industriale ha emarginato completamente l'area del mediterraneo
per rivolgersi alla civiltà mitteleuropea ma adesso, con la caduta del muro
di Berlino, non si è allungato solo il nord europeo ma anche il fronte
meridionale e in previsione di globalizzazione il mediterraneo deve essere
visto come mare che unisce tutte le civiltà che in esso si affacciano. Nel
XXI secolo non possiamo far morire il Mare Nostrum e bisogna arrivare ad una
cooperazione tra gli stati per evitare il depauperamento in atto della fauna
e della flora ittica ripristinando livelli accettabili di qualità
ambientale. Scarichi fognari ed industriali devono essere regolati, sia
quelli che scaricano direttamente in mare sia quelli che scaricano nei
fiumi, così come deve essere regolamentato il traffico delle petroliere e
gli scarichi delle stesse controllati. Le speculazioni edilizie
sulle coste devono essere fermate. Una particolare attenzione, poi, deve
essere rivolta al Mar Nero molto inquinato, e lì, si scarica senza alcuna
regola. Al Mediterraneo deve essere restituito il ruolo di via di
collegamento per gli scambi commerciali e turistici tra l’Europa
settentrionale, l'Africa e l'Asia. Bisogna avere rispetto dell'ambiente e delle
culture, la civiltà occidentale non si può imporre a tutte le altre. No!
Principalmente alle guerre.
I due link allegati, tratti da youtube, sono stati girati da
Salvino Licatini nipote di Luigi Licatini di cui parlavo all'inizio:
http://www.youtube.com/watch?v=7xKYUcz4h-E
(calata da banco di Salvino Licatini)
http://www.youtube.com/watch?v=fLsFlslFinc (salpata di Salvino Licatini)
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