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Con questa pagina inizio la Parte seconda della rubrica dei libri letti e recensiti. Se a qualcuno invece interessano i libri recensiti dal 2007 fino al 2022 clicchi qui Parte prima che li troverà oppure  cliccare sulla dicitura  Recensione ultimi libri letti  posta sulla Homepage.

 Recensione dell'ultimo libro che ho letto

Nessun vascello c'è che come un libro possa portarci in contrade lontane (Emily Dickinson)

Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso e mi ricordano che i giorni corrono veloci e che la vita fugge via. (Francesco Petrarca)

Ci sono crimini peggiori del bruciare libri. Uno di questi è non leggerli (Josif Brodskij)

Indice dei libri recensiti in questo link

Cosa mi dice il mare di Lorenza Stroppa L'arte di prolungare la vita di Luca Tonelli Il mago del Cremlino di Giuliano da Empoli
Chiedi al portiere di Giuseppina Torregrossa Paradiso Siciliano di Palma Pellegrini Torre Chi si ferma è perduto di Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone
Gradini che non finiscono mai di Giorgio Parisi La Sicilia degli Dei di Giulio Guidorizzi e Silvia Romani La mala erba di Antonio Malvaldi
Caminito di Maurizio de Giovanni Il Re del gelato di Cristina Cassar Scalia Al di qua del fiume di Alessandra Selmi
I girasoli di Kiev di Erin Litteken Vite rubate di Marco Vichi e Leonardo Gori Lezioni di Ian McEwan
La casa dell'uva fragola di Pier Vittorio Buffa L'Aleph di Jorge Luis Borges Noi che siamo qui adesso di Jostein Gaarder
Cattivo sangue di Elena Di Cioccio Quale verità di Umberto Eco La vita intima di Niccolò Ammanniti
I piani del nemico di Alessandro Vespignani Massimo Garau di Gaspare Bilardello Gocce di Nino Pulvirenti
La Storia senza redenzione di Giuseppe Lupo Una volta sola di Mario Calabresi Proibito Parlare di Anna Politkovskaja
Oscura e celeste di Marco Malvaldi Liberati della brava bambina di Maura Gancitano e Andrea Colamedici Vento da est di Stefania Bertola
Carolina dei delitti di Lia Celi ELP di Antonio Manzini Era un bravo ragazzo di Simonetta Agnello Hornby
Vita mia di Dacia Maraini le altalene di Mauro Corona Accùra di  AA. VV.
Il figlio sbagliato di Camilla Lackberg A occhi aperti di Mario Calabresi COMANDANTE di Edoardo De Angelis e Sandro Veronesi
Figlio di Dio di Cormac McCarthy I Malarazza di Ugo Barbàra La morra cinese di Marco Malvaldi
Sorelle di Maurizio de Giovanni Fabrizio De André di Walter Pistarini Lo spin doctor di Luigi Crespi
Memorie di una interprete di guerra di Elena Rževskaja Gli occhi della notte di Marina Visentin La dittatura del denaro di Vittorino Andreoli
Non voglio più piacere a Tutti di Maria Beatrice Aonzi Tra il silenzio e il tuono di Roberto Vecchioni  
     

Tra il silenzio e il tuono

di Roberto Vecchioni

In questo libro Roberto Vecchioni, l’Autore, ci conduce attraverso le pagine di una narrazione epistolare unica, in cui si alternano le voci di due protagonisti: il giovane protagonista e un misterioso nonno. E’, infatti, un’ipotesi di autoanalisi che si dipana in cinquantatré lettere inviate a questo nonno immaginario che non risponde ma che accoglie questa specie di diario che cinge e rafforza la mente e il cuore dell’Autore. Insomma in esso non c’è soltanto la storia di una vita, ma anche una riflessione profonda sull’essenza dell’esperienza umana in cui invita, il Lettore, a esplorare . l’ombra sfuggente della verità, dove passato e presente si fondono in un intreccio indissolubile. Ci sono, poi, le lettere indirizzate a personaggi come Corrado Augias, al monsignor Ravasi, ad Arnoldo Mosca Mondadori, al comandante dei vigili urbani di Milano e altri dove discute su argomenti vari e tutte scritte con cura e con passione. Particolareggiate quelle dello studente che affronta gli esami che poi diventa un professore che sale in cattedra, che si trasforma in un cantautore che sale su un palco, un marito che ama la moglie e i suoi figli, un uomo che si ammala… ma, soprattutto, un uomo che passa attraverso il dolore più atroce, quello della morte di un figlio. Un libro da leggere.

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Non voglio più piacere a Tutti

di Maria Beatrice Alonzi

Spinto dalla curiosità e dal successo che l’Autrice, Maria Beatrice Alonzi, con il suo primo libro autoprodotto il “Libricino della Felicità”.  In questo libro, come dice la stessa, bisogna intraprendere un viaggio  dopo aver letto il suo primo libro. Così, in modo del tutto inaspettato, introduce, il Lettore, in una serie di procedimenti mentali, consci e inconsci, che con chiarezza disarmante riesce a sorprendersi, perché ha l'impressione che Bea, come preferisce essere chiamata, sia in grado di centrare il punto, di cogliere il suo sentire, come nessun manuale di psicologia abbia mai fatto. Bea, con uno stile semplice e accattivante, non espone, ma chiacchiera, con il suo Lettore, di molti argomenti che elenca sempre in modo colloquiale nel sommario iniziale dei capitoli. Alla fine del viaggio, che sembra quasi uno scambio di pensieri ed esperienze tra amici, Bea saluta il Lettore, confermando il legame profondo di affetto che la lega a chi legge le sue parole. Piacevole ed ammaliante.

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La dittatura del denaro

Contro le menzogne dell'economia

di Vittorino Andreoli

Con questo libro Vittorino Andreoli, l’Autore, ci presenta le malattie del denaro come lui stesso dice: «Dal mio punto di vista, quello dello psichiatra, negli ultimi anni ha riscontrato l’incidenza sempre maggiore di malattie da denaro. I soldi stanno diventando sempre più spesso un metro con cui si misurano non solo le cose, ma anche le persone: ogni individuo, maschia o femmina, sembra essere considerato per quanto denaro possiede».  Il saggio inizia con un bell’excursus sulla nascita e diffusione del denaro, l’innovazione è nata nella Grecia antica per superare il baratto, poiché i naviganti non potevano avere sempre con loro oggetti da scambiare, e hanno inventato qualcosa che ne avesse un identico valore. In seguito il denaro, diviene utile strumento per dare risposta alle necessità, è diventato un semplice obiettivo che ha generato confusione, lotte, egocentrismo e maniacalità. L’Autore prosegue, poi, con veri casi di psicopatologia da denaro presente sia in chi ne ha poco, e in questo caso i disturbi convergono verso la depressione, sia in chi ne ha tanto da potersi permettere l’inutile, e la tendenza va in direzione della paranoia. Chiude, il suo pensiero, con l’invito a ricordare, al Lettore, che “i principi e i valori dell’esistenza, come l’amore, la gentilezza, il piacere di donarsi, non sono denaro-dipendenti. La gioia non scaturisce dai soldi, ma dalla personalità, da che cosa si fa, da come si vive. Gli affetti, i sentimenti, i legami che danno sicurezza, la bellezza di sentire che una persona pensa a te sono indipendenti dal conto in banca. C’è una stupenda differenza tra il regalo e il dono: il primo è un oggetto che è dato, il secondo è qualcosa che ci appartiene e che offriamo, e che gratifica molto di più chi lo dona e chi lo riceve”. E’ quest’ultimo messaggio il vero senso del suo pensiero che intende trasmettere. Un bell’auspicio ed una interessante lettura. Bravo!

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Gli occhi della notte

di Marina Visentin

Con questo libro conosco due nuove protagoniste di “giallo italiano” una è Marina Visentin, l’Autrice di questo romanzo, e l’altra è Giulia Ferro sua protagonista-alter ego che, nella vicenda, è impegnata in un caso veramente crudele. Il vicequestore Giulia Ferro, una donna realizzata professionalmente, una dirigente della questura di Milano, in lotta con un presente traboccante di crimini e con un passato personale da cui tenta di difendersichiudendo la mente ai ricordi. In questa particolare vicenda è alle prese con un caso dalle ondulazioni spietate. A Milano l’autunno è arrivato in modo pesante con un’aria carica di umidità e in un’atmosfera così buia, in cui, il ritrovamento del cadavere di Cinzia, una bimba di sette anni, abbandonato nel Parco Nord, fa ancora più impressione. Le indagini partono, come sempre in questi casi, dalla famiglia per cercare di capire dove si sia rotta la rete di protezione che dovrebbe avvolgere la vita di una bambina così piccola, e come le maglie si siano allargate al punto da farci passare un assassino. Vengono fatte, poi, tutte le supposizioni quali, la pedofilia o i ricatti purtroppo ogni indagine si bloccai e la situazione rimane in fase di stallo, come si dice in questi casi, ma la bimba è morta e il responsabile non si trova. Giulia Ferro è incalzata dai superiori che lamentano la mancanza di risultati, dall’altra parte è sostenuta dal suo vice, l’ispettore capo Alfio Russo, sa come prenderla e disarma la rabbia di Giulia, condividendo però nel profondo il suo anelito alla giustizia e lo sdegno per un mondo imperfetto. Tra alti e bassi si arriva cosi, improvvisamente, al momento in cui tutta la vicenda sarà chiarita in ogni dettaglio e Giulia riesce a rendere giustizia alla piccola vittima e Marina Visentin porgere, al Lettore, un personaggio molto interessante.

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Memorie di una interprete di guerra

di Elena Rževskaja

Quando Elena Rževskaja, l’Autrice di questo libro, decide di partire per il fronte si trova a Mosca ed è una studentessa di filosofia, ha ventidue anni. Sono l’anno 1941 lUnione Sovietica sono in guerra contro i nazifascisti di ventati molto pericolosi e soggioganti. Elena in un primo momento è inviata a lavorare in una fabbrica di orologi, in seguito s’iscrive a un corso serale per infermiere e dopo aver seguito un corso accelerato di tedesco, è reclutata dallo Stato Maggiore russo come interprete di guerra. Il suo intento è quello di tramandare ai posteri le sue memorie che proteggono un grande segreto storico e portano alla luce questioni irrisolte e offrendo, ai Lettori, la sua  verità sulla morte di Hitler che si discosta da quella storiograficamente conosciuta, espressa dai discendenti del Terzo Reich. Elena con le esperienze di chi la guerra l’ha vissuta sulla propria pelle, è sola alcuni degli argomenti affrontati da parte della Rževskaja che li racconta a cuore aperto la dura realtà del Fronte, mettendone in risalto gli aspetti più oscuri e inaspettati. Un lavoro autobiografico portato avanti con caparbietà e con molto coraggio: rievocare tutte le memorie dell’esperienza bellica, infatti, significa anche riportare alla mente dolorose immagini di tristezza, rassegnazione e disperazione. Il Lettore si trova davanti ad uno vero e proprio contenitore di ricordi, documenti, lettere e stralci di appunti di Elena, recuperati dai quaderni e dai taccuini che la accompagnarono fedelmente nei suoi vari spostamenti bellici. Nelle prime pagine scopriamo l’entusiasmo di partire per svelare dopo che il suo viaggio, la sua odissea al seguito dell’Armata Rossa la porterà, casualmente, proprio dove era nata la follia del Reich e dove i suoi occhi vedono il corpo carbonizzato dell’uomo che aveva distrutto l’Europa e aveva trascinato in un’esperienza disumana, uomini, donne, vecchi e bambini. Il libro è proprio una testimonianza molto viva è un dono che lei fa a noi Lettori, condividendo tutti i suoi pensieri ma anche le sue riserve, permettendoci così di conoscere lati oscuri della Storia contemporanea. Con uno stile molto lineare e accorato il libro, si consuma celermente e lascia spazio a riflessioni su temi molto profonde. E’ un lavoro veramente toccante e ben elaborato. La lettura, naturalmente e visto l’argomento, è molto impegnativa ed emozionante.

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Lo spin doctor

Memorie delle mie sette vite più una

di Luigi Crespi

Ho sempre detto che non mi piacciono i libri autobiografici perché chi le scrive se la canta e se la suona. Purtroppo, ogni tanto, ci casco come in questo caso attratto dal personaggio in questione: Luigi Crespi. Il  “sondaggista”, o meglio lo spin doctor, di Berlusconi con cui condivise  quella strepitosa campagna elettorale del 2001    quella del  “presidente operaio”, e della trovata del celebre “contratto con gli italiani”. L’unico italiano capace di dirigere campagne elettorali in Europa e nel mondo, dall’Albania al Brasile. Come dice nel sottotitolo “Memorie delle mie sette vite più una” infatti ci racconta il suo passato di sinistra, quello di giocatore di football americano, l’altro di dirigente politico, e l’altro di sell promoter ma noto ai più per l’attività pubblica di sondaggista e pubblicitario, spin doctor, coach e autore.  Attualmente lavora per grandi aziende e si occupa di brand e cinema che resta la passione che divide con suo fratello il Regista Ambrogio e con il figlio Niccolò. In realtà il libro si legge come un romanzo in cui il filo conduttore è lo scontro fra le ambizioni del protagonista e i propri valori. A tratti diventa piacevole e originale come quando, nel periodo di collaborazione con Alemanno per l’elezione a Sindaco di Roma, si sono trovati ad affrontare l’emergenza neve. In conclusione, il Lettore, in un finale amaro, si  accorge che la storia è buona per una riflessione che va ben oltre la vicenda privata.

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Fabrizio De André

Canzoni nascoste-Storie segrete

di Walter Pistarini

Questo libro di Walter Pistarini, l’Autore, il secondo volume curato con la meticolosità che lo contraddistingue specialmente quando parla del suo idolo: Fabrizio De André. E mentre nel primo volume edito nel 2011 intitolato “Il libro del mondo, Le storie dietro le canzoni di Fabrizio De André” è concentrato sulle canzoni ufficiali scritte ed eseguite dal cantautore. In questo si prendono in considerazione gli inediti apparsi dopo la morte, le collaborazioni, le partecipazioni a dischi con altri, le colonne sonore, sempre seguendo la formula del primo libro di ricerca, aneddoti e dichiarazioni di FDA e testimoni diretti per ricostruire nei dettagli la storia dei singoli brani. Per esempio Pistarini ricostruisce nei minimi particolari il contributo offerto alla riuscita dei primi album dei New Trolls e con esso anche il contributo essenziale dato dal poeta genovese Riccardo Mannerini.  In una seconda parte l'autore si sofferma su particolari curiosi e poco conosciuti della vita di Faber, dalle incisioni giovanili con il nome d'arte di Fabrizio alla FaDo e alla bella storia, quasi dimenticata, di Maureen Rix, che cantò con lui in Geordie. Sono presenti anche tante interviste e fra tutte bella quella con Dori Ghezzi ma qualcosa di nuovo la offrono anche  Ricky Gianco, Baccini, Max Manfredi, Teresa De Sio, i Troubaires de Coumboscuro, Michele, Roberto Ferri, Piero Parodi. Interessante è non aver dimenticato l’incontro con Roberto Murolo o gli inediti post-mortem alle varie tracce sparse tra collaborazioni, partecipazioni a dischi altrui, colonne sonore del flop “Topo Galileo” con Beppe Grillo.  Anche se le musiche erano, nonostante tutto, a firma Pagani-De André. Come nel precedente libro Pistarini, con le sue precisazioni e qualificate ricerche ha concesso, al Lettore, di trascorrere una settimana in compagnia dell’amato Faber. Consigliato a tutti ma principalmente ai fans di Fabrizio De André.

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Sorelle

di Maurizio de Giovanni

Con questo libro Maurizio de Giovanni, l’Autore, ci regala un’altra avvincente storia con una protagonista memorabile, stavolta alle prese con un caso che non vorrebbe mai avere aperto. Infatti, la vicenda ha per protagonista l’ex poliziotta dei Servizi Segreti Sara Morozzi, la Mora, l’occasione gliela dà il rapimento di Teresa Pandolfi detta la Bionda per raccontarci episodi del passato delle due donne, così diverse tra loro ma legate da un rapporto profondo per le varie vicissitudini che hanno passato insieme nel corso della loro vita. Teresa, che non lavora più sul campo, ma è diventata capo di un’Unità operativa dei servizi segreti che si occupa d’intercettazioni non autorizzate e raccolta di documenti compromettenti è stata rapita ma, il suo sequestro, non viene subito capito ed è inteso come un’assenza dal lavoro per malattia, ne fa fede un certificato compilato ad arte da chi all’interno del servizio che agisce per conto di potenti e pericolosi trafficanti. La Bionda, di fatto, è prigioniera di un’organizzazione criminale che ha diramazioni in Paesi dell’Est e guadagna sulla dislocazione di rifiuti tossici e materiale radioattivo. Teresa è diventata una testimone pericolosa per gli organizzatori del traffico che sospettano anche che abbia carte riservate che potrebbero portare alla luce i loro affari criminosi, che coinvolgono politici, finanzieri, industriali e uomini d’affari, con il supporto dei consueti onnipresenti boss mafiosi e perfino il Vaticano. Così, quando Teresa non risponde a un messaggio inviatole da Sara, quest’ultima intuisce  che  l’amica si trova in grave pericolo. Immediatamente mette in moto tutto il suo bizzarro gruppo investigativo, la nuora Viola, il commissario Pardo con il cane Boris, il diversamente non vedente Andrea Catapano, in una corsa contro il tempo per cercare qualcosa che possa salvarla da morte certa, dall’altra emerge come ricordi momenti in cui la vicinanza tra le due donne è diventata via via più stretta sino a suggellare un rapporto vero e proprio di sorellanza. Maurizio de Giovanni delicato e piacevolmente ironico, ancora una volta, è riuscito a imprigionare i Lettori, fino alla fine, con il suo personaggio di carta molto amato. Bravo!

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La morra cinese

di Marco Malvaldi

Marco Malvaldi, l’Autore, con la sua solita ironia e in compagnia dei vegliardi frequentatori del BarLume dove, come il solito, si discute di politica, economia e di storie varie che interessano la comunità. E, come nel Paese, anche a Pineta, sede del BarLume, è subentrata al governo la destra che è riuscita a spodestare la vecchia giunta comunale. Il Lettore viene, fin da subito e con maestria dell’Autore, è messo a conoscenza degli affari comunali, degli intrighi riguardanti un appezzamento di terreno chiamato il “Bosco torto” sul quale non si sa bene se esistano o no gli usi civici e che il comune vuole lottizzare a uso abitativo contro il parere di ambientalisti e appassionati di escursionismo. Gli usi civici somigliano un po’ alla morra cinese che se grava sulla Bosco torto il Comune non può venderlo e creare così un grosso buco finanziario che può essere risolto soltanto con la problematica del controllo per la concessione dello spazio da occupare al di fuori del bar per tavolini e quant’altro che costringerebbe i gestori a rifare conti, rimodulari tariffe ed evitare assunzioni di personale stagionale. Un problema più grosso, però, è sopravvenuto con il ritrovamento di un cadavere, sul retro del palazzo comunale, è quello di un giovane ricercatore universitario, volato giù dai piani alti dell’edificio. Si tratta di Stefano Colamartino, ventisei anni, incaricato di svolgere una ricerca su un vecchio carteggio custodito nella fatiscente villa del conte Serra Catellani: dove viene anche alla luce una lettera autografa di Giacomo Leopardi, con importanti annotazioni su una probabile antica fonte termale in Bosco Torto. Si cerca, naturalmente, il colpevole. Le indagini condotte dal vicequestore Alice fidanzata di Massimo. Insieme con loro, gli irriducibili nonni del BarLume: Ampelio, Pilade, Aldo e il Rimediotti, quattro pensionati e onnipresenti frequentatori del bar di Massimo.

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I Malarazza

di Ugo Barbàra

In questa saga familiare Ugo Barbàra, l’Autore, ci porta tra la Sicilia e gli Stati Uniti. Il racconto inizia nel 1860 da Castellammare del Golfo e dal suo territorio e già, fin dalle prime pagine, conosciamo alcuni dei protagonisti che ci seguiranno per tutto il romanzo. La figura di spicco iniziale è quella di Antonio Montalto, che findall'adolescenza ha coltivato grandi sogni accanto alle viti e agli olivi di famiglia, senza mai rinunciare alla passione per la vita e le donne iniziata con Rita, una cameriera di casa, e proseguita, subito dopo con Rosaria Battaglia, conosciuta da tutti a Castellammare come "la speziale" e tanti si rivolgevano a lei, non solo per ricevere erbe e trattamenti medicamentosi, ma anche perché spesso era possibile ottenere da lei un prestito a basso interesse. Insomma, Rosaria non ha mai voluto gravare sulle spalle del marito e, anzi, ha preservato fin da subito un suo spazio, una professione che le garantisse una rendita, una reputazione e alcune soddisfazioni. Il tutto, a dispetto delle voci e della perplessità del marito. Il mascalzone inizialmente avrà anche una relazione clandestina con Vinzia, la moglie del suo uomo di fiducia, Vincenzo Rizzo che . in quel periodo è impegnato a escogitare il modo per uscire dalla terribile crisi finanziaria e di produzione che ha colpito tutti quanti, loro compresi. Le viti non producono come prima e il vino di quell'anno è di cattiva qualità, e anche l'olio non promette nulla di buono.  Nella mente di Montalto, incomincia a nascere l’idea e la decisione di trasferirsi con tutta la sua famiglia a New York In parallelo alle vicende dei Montalto e dei Rizzo, il Lettore, scopre la giovane Bianca, al servizio di Rosaria Battaglia da sempre, che è sorpresa a fare il bagno in mare nuda da Nicola Scudera, un giovane pescatore. Il ragazzo, invaghitosi di lei, la segue spesso e proprio durante una di quelle occasioni riesce a salvare Bianca da Bartolo Trupiano, intenzionato a stuprarla. Nessuno, a parte Bianca, sa che è stato Nicola a uccidere quello "Scippatesti", membro di una comunità invisa al resto di Castellammare. Quando Antonio Montalto partirà pe l’America oltre all’intera famiglia e la domestica Bianca, accetta di portare con loro anche Nicola. Antonio è ben determinato a farsi un nome e, di pari passo, a stringere nuove alleanze e concludere affari vantaggiosi. Ricominciare daccapo non è certamente semplice, soprattutto per Rosaria, che non conosce la lingua e passa la maggior parte del tempo con i suoi figli piccoli e Bianca, che li accudisce. Con caparbietà Rosaria Battaglia riuscirà ad aprire la sua “spezieria” e aiutata da suo marito, che non smette mai di lottare, realizzerà le sue ambizioni, che vanno ben oltre i suoi ideali. Anche Nicola riuscirà a meravigliare con le sue scelte il Lettore così come l’Autore che con questo romanzo affonda le radici nella cultura siciliana tanto quanto in quella americana, regalando un'esperienza letteraria coinvolgente e indimenticabile. Consigliato a chi ama storie avvincenti immerse in ambienti culturali ricchi ed emozionanti.

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Figlio di Dio

di Cormac McCarthy

Con questo romanzo Cormac McCarthy, l’Autore, introduce il Lettore in una comunità montana, che non ha niente da condividere dalle mie precedenti letture, come La strada e Città della pianura. La storia è ambientata negli anni ’50 a Sevier County, nel Tennessee, e suddivisa in tre parti, ognuna ben differente, inquadrata su precisi eventi della vita del protagonista, Lester Ballard, che vive in una communita di gente sempre isolata dove vigono l’omertà, la miseria e, appunto, la solitudine e anche gli altri personaggi che l’Autore modella hanno caratteristiche strane e malvagie. Lester Ballard, le accumula tutte, infatti, è sporco, cattivo, delinquente, assassino, violento, stupratore e persino necrofilo e la vita che conduce ci appare come un lento e raccapricciante susseguirsi di eventi indescrivibili. E purtroppo, nella mia limitatezza, non capisco quando McCarthy ci offre questo figlio di Dio come un uomo come noi. Non capisco neanche come io sia arrivato fino alla fine forse perché l’Autore è Cormac McCarthy. Non mi è piaciuto e non lo consiglio e se qualcuno lo leggesse, mi piacerebbe che mi spiegasse ciò che io non ho capito.

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COMANDANTE

di Edoardo De Angelis e Sandro Veronesi

Sandro Veronesi e Edoardo De Angelis, i due Autori, hanno voluto raccontare l’avvincente atto eroico compiuto da un nostro connazionale durante la Seconda guerra mondiale, è anche il grido altissimo, senza tempo, dell’indignazione e della speranza contro la barbarie di ogni conflitto e, considerata la specialità di entrambi, l’hanno realizzata in doppia forma cioè con questo libro e con un film uscito in contemporanea. La storia è quella di Salvatore Todaro Comandante del sommergibile Cappellini, affiancato dai suoi uomini, preziosi compagni di vita, di viaggio, di guerra. Il racconto inizia con l’eco delle onde del mare in superficie, i suoni remoti delle profondità abissali s’intrecciano alle parlate di uomini e ragazzi che provengono da ogni dove, ma che nel sommergibile divengono un’unica famiglia. Nella notte tra il 15 e il 16 ottobre del 1940 il sommergibile Cappellini affonda un battello belga, e nei conflitti è normale, perché in guerra non si guarda in faccia a nessuno. Il Comandante Salvatore Todaro, però, fa qualcosa d’inaspettato, violando l'ordine 154 dell'Ammiraglio Dönitz, soccorse l'equipaggio della nave affondata al largo delle Azzorre. Il racconto continua con le voci dello stesso Todaro e dei suoi marò che diventano fondamentali e il libro stesso diviene un racconto corale, dove c’è sempre spazio per tutti. Il Lettore conosce meglio i protagonisti ma anche i caratteri e le comparse, perché storie così importanti hanno bisogno di più testimoni a narrarle. Il cuoco di bordo, il marconista, il Capitano, ognuno diventa un tassello fondamentale e mostra l’importanza della pluralità. E’ una bella storia riemersa dopo un'apnea lunga ottant'anni, e consegnata nelle mani di due bravissimi Autori. E adesso bisognerebbe andare a vedere il film che ha emozionato la platea dell'ottantesima edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia nella trasposizione che de Angelis ne ha tratto, è stato accolto da un'ovazione.

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A occhi aperti

di Mario Calabresi

Come dice lo stesso Autore, Mario Calabresi, nella sua introduzione in questo libro “Cosa potremmo sapere, cosa potremmo immaginare, cosa potremmo ricordare dell’invasione sovietica di Praga se non ci fossero, stampate nei nostri occhi, le immagini di un anonimo fotografo praghese”?  Quell’anonimo fotografo era Josef Koudelka uno dei dieci fotografi che Mario Calabresi ci fa conoscere così come lui, li ha conosciuti e intervistati. Questi fotografi con le loro fotografie sono stati capaci, quindi, di segnare un’epoca, di lasciare un segno, di sintetizzare mille parole. Immagini destinate a fissarsi per sempre nella nostra memoria e a costruire l’immaginario collettivo. Lo sa bene Koudelka così come lo sanno Don McCullin, testimone dei sanguinosi conflitti in Vietnam e nell’Irlanda del Nord, Steve McCurry, che ha affrontato i monsoni e attraversato l’Afghanistan in macerie, o Gabriele Basilico, che ha immortalato una Beirut distrutta da anni di guerra civile. Così come lo sanno ì fotografi che hanno raccontato a Mario Calabresi l’umanità dolente in fuga dai massacri ruandesi o gli schiavi delle miniere a cielo aperto ritratti da Sebastião Salgado, le discriminazioni razziali americane testimoniate da Elliott Erwitt o i rifugiati palestinesi ai quali, nelle sue immagini volutamente un po’ sfocate, rivolge con pudore lo sguardo Paolo Pellegrin. Personalmente mi hanno colpito le foto di Paul Fusco che hanno raccontato il lungo addio che il popolo americano ha tributato’ per 328 chilometri di ferrovia nel giugno del 1968, per accompagnare il feretro di Robert Kennedy dalla Penn Station a New York fino alla Union Station di Washington. Ho pinto e non mi vergogno a dirlo così come voglio ringraziare Mario Calabresi per questo bel libro.

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Il figlio sbagliato

di Camilla Lackberg

Con questo libro Camilla Lackberg. l’Autrice, riporta a Fjällbacka ad incontrare Erica, Patrik e tutta la loro compagnia. La vicenda, questa volta incomincia con l’omicidio di un fotografo di fama internazionale Rolf Stenklo, in città per organizzare la sua prossima mostra, cui ha deciso di dare un taglio certamente personale e il cui tema non è ancora stato rivelato. A poca distanza dalla galleria dove è stato ucciso, si sta svolgendo la festa per le nozze d’oro dei suoi migliori amici, Henning ed Elisabeth Bauer, scrittore in lizza per il Nobel lui, star dell’editoria lei. Nessuno sospetta che Rolf, il loro amico di una vita, stia andando incontro alla morte, né che pochi giorni dopo, la loro casa su una delle tante isole dell’arcipelago sarà teatro di un altro dramma. Mentre Patrik e la squadra indagano, Erica sonda le ombre nelle vite di Rolf, Henning e gli altri: chi è Lola, la trans uccisa insieme alla figlioletta nell’ottanta e che tutti loro conoscevano? E in questo intrico cosa c’entrano le voci che girano sul Blanche, il club esclusivo per artisti creato dal gruppo? L'Autrice, stavolta, riesce a tenere il Lettore alle pagine perché, con grande  abilità, costruisce passo dopo passo una storia piacevole e intrigante e con uno stile semplice e lineare che comprende la storia personale di tutti i protagonisti. Camilla Lackberg questa volta, è il caso di dirlo,  le ha azzeccate tutte pubblicando uno dei suoi libri più belli.

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Accùra

di AA. VV.

Questo libro è un’antologia di quindici racconti gialli ambientati in Sicilia e curata da Roberto Mistretta. Quindici racconti per quindici Autori che accompagnano il Lettore tra le particolarità del suo territorio con le zolfare o i vicoli arabi, con il barocco siciliano o i borghi marinari e ne fanno sentire i rumori e gli odori e gustarne i sapori.  Quindici delitti e misteri che si districano in posti eccentrici o poco conosciuti della Sicilia. Luoghi che profumano di zagara e limoni, di mulini a vento e vulcani, di ex feudi e cattedrali secolari. Racconti che sanno di arancine e granite, di cannoli e panelle. E non mancano ragazze dagli occhi saraceni, picciotti e coppole storte. E’ un viaggio tra giallo classico e noir contemporaneo per scoprire una Sicilia inedita. Insomma, in questi racconti, c’è tutta la multiculturalità lasciata dai vari popoli e dominazioni che hanno arricchito la nostra bella e particolare Regione e per chi , come me emigrato altrove, ama questa terra  è un ritornare a casa.  Bello e piacevole. Ve lo consiglio.

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le altalene

di Mauro Corona

In questo nuovo libro Mauro Corona, l’Autore, ricorda episodi della sua vita e, come un fiume in piena, versa sulle pagine un susseguirsi di ricordi, rimpianti, speranze, delusioni, oscillando, proprio come l’altalena della sua gioventù, tra gioie e dolori. Il simbolo dell’altalena è richiamato più volte, perché Corona è convinto che “… tutto nella vita è altalena, fino all’ultima oscillazione, che può avvenire all’andata o al ritorno, ma questo conta poco. Salute che fugge e torna, amore che viene e va, sole che nasce e tramonta, brutto tempo che arriva, bel tempo che torna. Salite alle vette, calate a valle. Successi e fallimenti, sconfitte e vittorie …”. Soprattutto mette in risalto la violenza del padre verso i tre figli e verso la moglie, la fuga e l’abbandono della madre, quel «sentirsi orfani di genitori vivi», e poi la morte misteriosa del fratello, la convivenza con l’alcol, la malattia che irrompe a rendere fragile il ruolo di genitore. Intorno, l’antica povertà della montagna e, sullo sfondo, la tragedia del Vajont che, sessanta anni fa, provocò la morte di duemila persone di cui quattro centottantasette bambini. Quello che Mauro Corona riporta è un fluire continuo di riflessioni che, a una prima lettura, può sembrare ripetitivo e sconcertante, ma che rivela in tutte le sue sfaccettature, un personaggio sincero, aperto, privo di condizionamenti. Mauro Corona, con una struggente empatia, riesce a trasmettere, al Lettore, tutte le sue contraddizioni, e offrire, specialmente le prime pagine, inzuppate di una poesia profonda, d'immagini originali che toccano il cuore. Bravo!

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Vita mia

di Dacia Maraini

Con questo libro Dacia Maraini, l’Autrice, torna al racconto autobiografico e lo fa vestendo i panni della bambina che a sei anni si trova insieme a tutta la famiglia Maraini in un campo di concentramento in Giappone in cui era stata rinchiusa la sua famiglia. Il racconto comincia da quegli ultimi giorni d’estate del 1943, quando la famiglia Maraini viveva già da qualche tempo in Giappone. Il papà Fosco era uno stimato antropologo, lavorava all’Università di Kyoto mentre la madre, Topazia Alliata, era bene inserita nella comunità culturale. Dei figli Dacia, era la più grande, e parlava già il dialetto della città e le due sorelle minori, Toni e Yuki, trascorrevano un’infanzia serena, tra filastrocche ispirate alla saggezza giapponese e gli omochi, i dolcetti preparati dalla balia Miki. L’8 settembre cambiarono le sorti di tanti italiani, anche quelli residenti all’estero, i Maraini si rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò e divennero così nemici del Paese, dove abitavano, opponendosi al patto che il Giappone aveva appena finito con la Germania nazista e l’Italia fascista. Così nell’ottobre dei 1943 gli ufficiali giapponesi si presentarono nella sua casa di famiglia a Kyoto, Dacia era troppo giovane per fare oggi un resoconto minuzioso e troppo grande per affidarsi unicamente al racconto dei genitori. Quelle guardie si dimostrarono, spietate, violente, feroci e ladri, trafugavano i generi alimentari destinati ai deportati, rendendo la vita quotidiana un vero, atroce inferno fatto di fame estrema e patimenti inauditi. Tutto ciò terminerà con la liberazione da parte degli Americani. Il racconto non ha nulla di enfatico né tantomeno di retorico. Dacia Maraini sa perfettamente che il semplice resoconto delle giornate è sufficiente a restituire la tragedia della guerra e delle sue vittime. Un bel libro scritto con un altrettanto stile che ci lascia anche con alcune considerazioni sulla guerra e su quello che conviene a noi.

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Era un bravo ragazzo

di Simonetta Agnello Hornby

In questo libro Simonetta Agnello Hornby, l’Autrice, ci presenta un romanzo di formazione di due amici fraterni, Giovanni e Santino, brillanti, ambiziosi, ottimisti. La storia è ambientata in Sicilia fra Sciacca e Pertuso Piccione, nella Sicilia occidentale. I due hanno alle spalle delle madri ingombranti e ambiziose, che sgomitano e tramano per la costruzione del futuro migliore e importante per i figli, strumenti del loro personale riscatto sociale essendo stati protagonisti di amare esperienze di vita che riusciranno a tessere una rete di amicizie, anche sospette e porre i figli al centro della forte borghesia agrigentina e palermitana. Protetti dalle madri e dalla rete da esse realizzata Giovanni e Santino, dall’ infanzia fino alla piena maturità che li vede affermati e con posizioni di rilievo , uno come “principe del calcestruzzo” invischiato sempre più in “affari” poco legali; l’altro un avvocato di successo, raccomandato da personaggi ambigui e potenti, che più che essere a servizio della legge saranno al servizio dei pochi che ne traggono vantaggi. I due amici sono talmente così fortunati che riescono a sposare le belle e ricche figlie dei potenti ovvero dei mafiosi che gestiscono negli anni ottanta del novecento gli appalti pubblici.  La bravura di Simonetta Agnello Hornby è quella di essere riuscita a parlare di sistema mafioso entrando dalla porta di servizio e riuscendo ad offrire, al Lettore, la conoscenza di tutto il sitsema subdolo di cosa nostra. Brava! Si può parlare di mafia anche senza far spaventare i lettori e senza fare giornalismo becero.

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ELP

di Antonio Manzini

In questo nuovo romanzo di Antonio Manzini, l’Autore, ritroviamo Rocco Schiavone che svolge, forse per la prima volta, un ruolo di secondo piano ma sicuramente rilevante. Nel romanzo si affrontano diverse situazioni, che si concatenano e si alternano, nel lunghissimo racconto.  Nel primo caso si affronta il misterioso omicidio di Roberto Novailloz, uomo violento che, dopo aver picchiato la moglie, viene ritrovato cadavere a pochi metri dal confine col Piemonte. Contemporaneamente, nel racconto subentra il secondo caso, che vede come protagonista l’ELP cioè l'Esercito di Liberazione del Pianeta, un gruppo di ecologisti che manifesta, in tutta Italia, pacificamente a favore della tutela del Pianeta e mette in piedi atti dimostrativi quali la liberazione di animali dagli allevamenti intensivi. Schiavone e tutta la Questura della Valle d’Aosta si ritroveranno ad affrontare diversi avvenimenti che si svolgono lungo la narrazione come il traffico di droga, lo strozzinaggio, un nuovo omicidio e perfino le vicissitudini dell’Agente D’Intino che con l’arrivo ad Aosta di Pupa Iezzi, fresca vedova e suo unico grande amore faranno sbellicare. La bravura di Antonio Manzini accompagnerà, il Lettore, con pagine veramente esilaranti su questa coppia di squinternati. In realtà la lettura di quest’Autore è sempre piacevole anche se, a volte, come in questo caso prolisso e macchinoso. Buona Lettura!

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Carolina dei delitti

di Lia Celi

Con la lettura di questo libro ho conosciuto due scrittrici a me sconosciute, una è Lia Celi l’Autrice del libro e l’Altra è Carolina Invernizio, la protagonista. Carolina Invernizio è stata la più famosa scrittrice dei primi anni del Novecento e i suoi libri erano letti anche all’estero anche se i critici letterari del tempo non ne condividevano il successo. In questo piacevole romanzo Lia Celi ci riporta nel 1911, nella Torino della vigilia dell’Expo e della tragica notizia della morte per suicidio di Emilio Salgari che sconvolge la città e turba Carolina Invernizio, che per evitare al marito la nomea di gallo consorte preferisce farsi chiamare col cognome coniugale, Quinterno. Carolina, insieme alla sorella Vittorina, voce narrante del libro, si convince che dietro il suicidio del famoso scrittore ci sia invece un omicidio, così le due mature investigatrici dilettanti cercano di scoprire le vere cause che hanno condotto alla morte Salgari. Carolina si ritroverà invischiata in un labirinto di amori morbosi, complotti di famiglia e intrighi politici. Durante le loro indagini incontreranno nomi conosciuti sui libri di scuola, come Guido Gozzano, e perfino la figlia del celeberrimo Cesare Lombroso, mentre intorno a loro, il nazionalismo appoggiato dalla Chiesa cerca di infiammare gli animi per promuovere la conquista della Libia. Lia Celli ricostruisce con garbo la briosa Torino della Belle Époque e il caso reale del suicidio di Salgari offrendo, al Lettore, anche il ritratto di Carolina Invernizio, una straordinaria protagonista del suo tempo, che con astuzia orgoglio e ironia ricorda che, oggi come cent’anni fa, non c’è nulla di più pericoloso che sottovalutare l’intelligenza di una donna. Insomma nel libro c’è di tutto un po’, e si può definirlo romanzo giallo, rosa e ricco di colpi di scena che coinvolgono e affascinano il Lettore.  Consigliato a tutti.

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Vento da est

di Stefania Bertola

La protagonista di questo libro di Stefania Bertola, l’Autrice, è Brigida una bella donna torinese che, dopo la laurea in Filosofia vive di lavoretti (dog-sitter, barista, baby-sitter, donna delle pulizie), in primis perché con una laurea umanistica le possibilità impiegatizie non abbondano di certo, poi perché caratterialmente il precariato le si addice, come dimostra anche la sua situazione sentimentale, piena di relazioni a breve termine, fatta eccezione per un solido gruppetto di amici storici. Adesso si prospetta un nuovo lavoro. Dovrà occuparsi della casa di un raffinato architetto-designer che, per alcuni mesi, si trasferirà in Estonia e Brigida, si stabilirà in quella bella casa per curarla in tutto, dei suoi gatti Pablo e Perla, delle sue piante. anche se lei in realtà non ha mai curato una pianta in vita sua. E’ un lavoro che non può lasciarsi sfuggire anche perché le è utile per allontanarsi dalla mansarda della casa dei genitori e sentirsi più indipendente come aspira da  un po’ di tempo perciò lo accetta ben volentieri. Purtroppo però le cose non andranno del tutto bene. La bella guardiana, infatti, entrerà nell’appartamento e nella vita dell’architetto Damiano Galanti a gamba tesa e fin dall’inizio si caccerà in un mare di guai che finiranno con lo sconvolgere la sua vita e quella di chi le sta intorno. La lettura non è mai noiosa, anzi è piuttosto briosa e ricca di significati nascosti. Stefania Bertola, nel suo primo libro che ho appena finito di leggere, mi ha convinto e offre, al Lettore, l’immagine perfetta e reale di una società che non lascia spazio e lavoro certo alle nuove generazioni. Ve lo suggerisco.

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Liberati della brava bambina

di Maura Gancitano e Andrea Colamedici

Ho preso dalla biblioteca questo libro, spinto dalla curiosità di conoscere Maura Gancitano e Andrea Colamedici, gli Autori. I due tramite otto storie che vanno dal mito alla contemporaneità, espongono la condizione femminile con una disinvoltura che conquista fin da subito il Lettore. Ogni personaggio che si mostra in tutta la sua forza e in tutto il suo essere ne accetta il destino, senza arrendersi. Avendo letto tanto, per me, è stata una rilettura in chiave nuova della storia di ciascuna tranne le vicende di Daenerys e Dina che non conoscevo così come il “Complesso di Filippo” e che sono state delle scoperte. A rendere interessante la lettura contribuisce la voglia degli Autori di strappare il velo del fato, trasformando le gabbie in cui le protagoniste sono imprigionate in chiavi e offrire a ciascuna di esse la possibilità di una migliore rinascita. Il filo conduttore che unisce tutte le protagoniste e, tutte le donne in genere, è la voglia di eliminare il malessere femminile che ancora adesso, non riesce a liberarsi di una società androcentrista. Ho avuto l’impressione che il libro sia stato scritto soltanto da Maura Gancitano (concittadina e omonima della mia Mamma) e quando sono arrivato alla pagina 233, dove gli Autori si rivolgono “A una Lettrice”, ho capito che il libro era rivolto soltanto alle donne e che ad Adrea Colamedici e a me spettava soltanto il capitolo sul “Complesso di Filippo”.   Il libro è interessante e culturalmente ricco e lo consiglio a chi mi legge anche per un’introspezione personale.

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Oscura e celeste

di Marco Malvaldi

In questo libro, Marco Malvaldi, l’Autore, ci parla di un grande genio del passato, Galileo Galilei. Siamo a Firenze nel 1631, quando imperversa la peste e la paura dei contagi è altissima. Galileo, dopo aver ottenuto l’imprimatur dal Papa, è riuscito a convincere la Santa Sede a lasciargli stampare il suo nuovo libro a Firenze, cosa che desiderava, più che per comodità, per essere libero di scrivere ciò che più gli aggradava. Il libro “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” che tutti aspettano, solo che aspettano quello che credono ci sarà scritto. Galileo all’epoca ha due sostenitori, uno è Ferdinando II, il granduca di Toscana, l’altro è il Papa. Maffeo Barberini, Papa Urbano VIII che gli dedica perfino una poesia. Galileo ha l’ardire di scrivere in quel trattato che non è il sole a girare intorno alla Terra, ma il contrario. Sa che è un terreno scivoloso e che rischia di scatenare un macello. I dialoghi non sono ancora pronti perché la vista di Galileo non è più quella di una volta, ha una pessima calligrafia e ha bisogno che la figlia maggiore, suora di clausura in un vicino convento, rilegga i fogli che lui le fa avere e li copi in bella. In altre parole, la figlia gli fa da editor e da correttore di refusi. Proprio nel convento dove sono rinchiuse le due figlie, già sotto osservazione per sospetti comportamenti poco adatti alla clausura e alla vita monastica, una notte si sente il rumore di un corpo che cade. Alla morte di suor Agnese, scattano le indagini di rito e si apre uno scenario inquietante che coinvolge anche i personaggi più potenti dell’epoca. Il Lettore ha, pure, modo di scoprire quanto una mente eccelsa e scientifica sia distintivo nel risolvere quello che inizialmente appare un caso indecifrabile. Ed è in questi frangenti che, con rigore scientifico, veniamo edotti sulle scoperte più importanti del Galilei, riappropriandoci di nozioni elaborate dalla grande mente dello scienziato. Marco Malvaldi, con uno stile piacevole e curato regala, al Lettore, una serie di personaggi credibili e ben disegnati della vita umana di quel periodo storico che ruotano attorno a Galileo Galilei e al valore della scienza e della conoscenza. Molto interessante.

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Proibito parlare

di Anna Politkovskaja

In questo libro sono raccolti alcuni fra gli articoli più sconvolgenti ed emozionanti di Anna Politkovskaja, l’Autrice, racconti agghiaccianti che nella loro scarna obiettività rievocano episodi e tracciano ritratti di persone comuni travolte dalle tragedie della storia. Anna sa di essere una testimone scomoda, sempre in prima linea, ha vissuto sulla propria pelle e raccontato al mondo senza mezzi termini i lati più oscuri della Russia post-sovietica, gli episodi più drammatici, dalla strage di bambini nella scuola di Beslan al sequestro di ostaggi al Teatro Dubrovka, alla guerra cecena. Il 7 ottobre u.s. (2023) sono trascorsi diciassette anni da quando fu ritrovata, nell’androne della sua casa di Mosca, uccisa da quattro colpi di arma da fuoco. Nella prefazione al testo, di Adriano Sofri, si parla di una donna che non si è mai arresa alla menzogna, nonostante numerosi tentativi di avvelenamento e attentati alla vita. Figlia di diplomatici ucraini, Anna iniziò ben presto a “dare fastidio” attraverso le pagine della rivista “Novaja Gazeta”, divenendo una delle croniste più audaci e intraprendenti. Minacciata più volte da gruppi armati ceceni e russi, la Politkovskaja non rinunciò a documentare ciò che di scomodo scorgeva, tanto da scrivere un testo nel 2005 intitolato “La Russia di Putin”. I suoi duri reportage sulle guerre in Daghestan e Inguscezia le portarono il Global Award di Amnesty International nel 2001, prestigioso riconoscimento per la sua attività di giornalismo d’inchiesta. “Io vivo la vita e scrivo di ciò che vedo.“ Questo rispondeva ogni volta Anna, quando le chiedevano durante le interviste se avesse paura. Non si sono fermati i suoi aguzzini una mattina di ottobre di diciassette anni fa, quando hanno sparato a una donna inerme che si apprestava a deporre le borse della spesa nella propria abitazione. La voce degli emarginati è stata “zittita” in un attimo, nel silenzio di un timido autunno russo. Il libro è scritto in modo naturale e diretto, dove le tristi vicende raccontate appaiono nella loro drammaticità grazie alla scrittura tagliente e forte dell’Autrice e dove, il Lettore, trova molta difficoltà nell'affrontare la problematicità di alcuni capitoli, il teatro Dubrovka e la strage dei bimbi di Beslan. E’ un libro da leggere con molta attenzione.

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Una volta sola

di Mario Calabresi

I protagonisti di questo libro di Mario Calabresi, l’Autore, sono persone vere che il Lettore conoscerà cammin facendo perché in ogni capitolo c’è la storia di ognuno di loro che le permetterà di riflettere su quanto la vita ama metterci alla prova e come dice lo stesso Calabresi nel sottotitolo “storie di chi ha avuto il coraggio di scegliere “. In definitiva sono piccole storie, storie individuali che a volte s’intrecciano con eventi o personaggi importanti e l’Autore riesce molto bene a raccontarle.  Il filo che li lega è dato dalla combinazione che i protagonisti sono conosciuti dall’Autore che, con grande abilità, lascia cadere qua e là ricordi personali. Non voglio parlare singolarmente delle storie ma non posso evitare di dire che Calabresi  ha creato un romanzo poetico, delicato, nonostante alcune delle storie vere raccontate siano estremamente dolorose. Gentile e rispettoso dei testimoni che ci presenta, è capace di coinvolgere, il Lettore, e strappargli, pure, qualche lacrima. Io non posso, perciò, invitare chi mi segue a leggerlo.

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La Storia senza redenzione

di Giuseppe Lupo

In questo saggio Giuseppe Lupo, l’Autore, mettendo a confronto l’immagine del Sud di Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi, la raffigurazione che della Sicilia esposta nel Gattopardo da Giuseppe Tomasi di Lampedusa ma anche il pessimismo de I Viceré di Federico De Roberto o quello di Luigi Pirandello ne “I vecchi e i giovani” che uniti alla società di Giovanni Verga che tutti abbiamo nella nostra memoria con le immagini dei “Malavoglia” o di “Mastro don Gesualdo”. In sostanza, come afferma l’Autore, quello che ne viene fuori è un mondo isolato e tagliato fuori dalla Storia. La letteratura meridionale è incanestrata con le inchieste sulla questione meridionale, alle riflessioni sociologiche sull’assenza di una borghesia, al revisionismo storico sugli eventi del Risorgimento. Fatte salve poche eccezioni, come quella rappresentata da Elio Vittorini o da Ignazio Silone, s’impone, nella narrazione del Mezzogiorno, un’identità che interviene sulla scena soltanto in ribellioni estemporanee e infruttuose, di una letteratura che è solo rappresentazione delle problematiche sociali, di una narrazione che nega radicalmente ogni utopia. Giuseppe Lupo, insomma, passa in rassegna, oltre gli Autori citati in premessa, le narrazioni, i modi di raccontare il sud dell’Italia attraverso le vicende storiche degli ultimi due secoli includendo anche Sciascia, Consolo e perfino alle più recenti proposte di Saviano, Nigro o Catozzella. Che dire? L’Autore riesce ad argomentare con destrezza la questione mentre, il Lettore, è costretto a barcamenarsi e mettere in dubbio il proprio scibile (Ignorantia non excusat). Leggere fa bene.

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Gocce

di Nino Pulvirenti

A volte succede di trovarsi fra le mani un libro e non sapere se leggerlo o no, poi, incominci a sfogliarlo e ti appassioni e nel finale arrivi perfino a piangere. A me è successo tutto ciò con questolibro portatomi a casa da mia figlia. E’ un libro scritto da Nino Pulvirenti nel lontano mese di febbraio 2010 ed io lo sto leggendo nel luglio del 2023. Una storia che l’Autore inizia con un uomo arrivato in un ospedale di Catania ferito da arma di fuoco ed entrato in coma. Libero, così si chiama, rimarrà in quello stato per ben ventiquattro giorni. Durante questo periodo Nino Pulvirenti racconta, tutto o quasi, sulla vita del protagonista presentandolo, al Lettore, prima da simpatico giovanotto in cerca di avventure a Roma e poi da uomo sposato e con una figlia sempre accanto a lui nel lungo periodo d’incoscienza. Una bella storia che, non vi racconto, ma vi lascio solo immaginare, in cui ci fa conoscere una bella e brava persona. Ho trovato la vicenda raccontata dall’Autore un po’ complicata, ma nel finale ne ho capita la motivazione vera. Un bel libro che, se non l’avete letto, v’invito a farlo.

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Massimo Garau

La vera storia del naufragio

di Gaspare Bilardello

In questo libro Gaspare Bilardello, l’Autore, parla di una grande tragedia che colpì, innanzitutto, i familiari delle vittime ma anche l'intera comunità mazarese.  Nel libro si descrive la storia di un peschereccio, il Massimo Garau, e del suo equipaggio, che per cause all'apparenza misteriose affonda senza lasciare traccia di sé. Nella disgrazia, accaduta la sera del 16 febbraio 1987, persero la vita diciannove marinai di cui quindici africani e quattro italiani. Sull’affondamento del peschereccio sono state formulate tante ipotesi tra sospetti e supposizioni spesso gratuite e prive di verità tanto che, individuata la posizione, il peschereccio a 83 metri di profondità, adagiato sul fondale marino tra Tunisi, e l'isola di Pantelleria, fu riportato in superfice solo dopo dieci anni e si dovrà aspettare ancora diciotto anni per avere una sentenza dal Tribunale. L’Autore, imprenditore e genero dell’armatore Giuseppe Quinci noto ai più come “Pino Mazara”, fa rivivere al Lettore, in un avvicendamento di emozioni, quei tristi giorni, le intense immagini dell’Africa e i retroscena della vicenda di un caso mai del tutto risolto. Da mazarese, figlio di pescatore, sono rimasto sconvolto dall’ignoranza, non so se vera o finta degli “esperti” incaricati dal Tribunale che hanno confuso le “bocce” delle reti da pesca per bombe, il metabisolfito per la conservazione del gambero per cocaina e “li bunnali” per fori provocati da mitragliatrici. Grazie Gaspare per averci trasmesso gli aspetti umani e le intime descrizioni delle persone direttamente coinvolti e informato sulla pochezza di certa gente che ha lasciato soffrire, per ventotto anni, con la loro ignoranza e dabbenaggine un Amico e grande Imprenditore come Pino Mazara. Leggetelo tutti!

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I piani del nemico

di Alessandro Vespignani

In questo libro Alessandro Vespignani, l’Autore, ci presenta il nemico vale a dire il Covid-19 ripercorrendo i momenti cruciali dalla scoperta del primo focolaio di Wuhan in Cina passa poi per della situazione Italiana per arrivare negli Stati uniti. Vespignani, Direttore del Northeastern Network Science Institute di Boston, nei primi capitoli ci informa su cos'è e come funziona la scienza delle previsioni in tempo di crisi essendo, insieme al suo team, stato impegnato, coprendo un ruolo fondamentale, nello studio dei dati riguardanti la pandemia e, negli anni, si è occupato anche della gestione e delle epidemie di Sars, Ebola e Zika, e chiarisce l’importanza della scienza delle previsioni. L’Autore evidenzia che quello di cui abbiamo bisogno per affrontare la diffusione di un patogeno è l'accesso ai dati. Attraverso lo studio dei comportamenti, degli spostamenti della popolazione e delle caratteristiche del virus, è possibile stabilire, per esempio, quale potrebbe essere tutto il peggio delle situazioni che potrebbero verificarsi se non fossero prese misure di contenimento. Nel suo racconto attraversa tutte le fasi della pandemia con i primi lockdown, le riaperture, le varianti con le nuove chiusure e poi i vaccini mostrando come ha agito il suo gruppo, descrivendo l’epidemiologia matematica e l’epidemiologia computazionale. Ed è proprio quest’ultima ad avere un ruolo cruciale per lo studio attuale di epidemie e pandemie. Infatti, da un lato è cambiata la velocità di diffusione di un patogeno, data la rapidità degli spostamenti. E dall’altro la potenza di calcolo dei computer consente di spingere molto sulle simulazioni dei modelli. Interessante ho trovato quando, l’Autore, afferma l’importanza dei vaccini a mRna (quelli prodotti da Pfizer e Moderna) che hanno impresso una svolta al contrasto al Covid-19 mentre ho trovato importante il capitolo in cui pone l’accento, il difficile rapporto tra scienza e politica e gli errori dei media sull’ignoranza dei ruoli e delle competenze dei vari addetti scientifici. Molto interessante anche se l’ho trovato un po’ ripetitivo.

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La vita intima

di Niccolò Ammanniti

Dopo un lungo periodo Niccolò Ammaniti, l’Autore, torna in libreria con questo libro in cui analizza le paure, i desideri e le ossessioni della “Vita intima” della protagonista e devo dire che questa volta mi ha convinto. La protagonista è Maria Cristina Palma una stangona di un metro e novanta (tacchi compresi) che, secondo una ricerca di un’università della Louisiana, è la donna più bella del mondo ed è anche la moglie di Domenico Mascagni, Presidente del Consiglio italiano. Malgrado detesti i rotocalchi, è una celebrità ed ha il mondo ai suoi piedi, sia per la sua bellezza, per la fama e per la vita agiata. Succede però che un evento inaspettato la riporti indietro nel tempo quando, da giovani, si commettono tante birichinate senza pensarci su neanche una volta. Il tutto ha inizio durante una festa cui Maria Cristina si trova quasi costretta a partecipare anche perché ha molto dolore all’alluce destro su cui, poche ore prima durante un allenamento, gli era caduto un grosso peso. Qui incontra, a distanza di vent’anni, Nicola Sarti, un amico del suo defunto fratello, con cui nel corso di una vacanza aveva avuto un episodio d’intimità. Accadimento dimenticato per tutti quegli anni ma, il giorno dopo, se lo ritrova casualmente in un altro posto e capisce il motivo di questi incontri, non proprio casuali, tocca qualcosa nei suoi affetti più intimi.   Piano piano incontrare Nicola diventa fastidioso specialmente quando, con la scusa di inviarle alcune vecchie foto della loro vacanza, gli allega anche un filmino hard che i due avevano effettivamente girato vent’anni prima e di cui Maria Cristina aveva dimenticato l’esistenza. Il video la getta nel panico: perché Nicola è ricomparso nella sua vita dopo tutto questo tempo? E se volesse ricattarla e divulgare quel filmino? Ho apprezzato la scelta dell’Autore  che è  riuscito a far emergere lentamente il passato della protagonista con un linguaggio variegato e ricchissimo, come sua abitudine  e tenere il Lettore in ansia fino alla fine per scoprire in ultimo e a sorpresa un piacevole finale.        

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Quale Verità

di Umberto Eco

Ho letto molto di Umberto Eco, la narrativa tutta, ho avuto modo di assistere anche a qualche lezione in occasione di un esame di Glottologia che includeva anche un suo testo e, poi, sono stato abbonato all’Espresso, il giornale sucui scriveva le sue famose Bustine di Minerva, per una decina di anni. In questo libro sono raccolti scritti che vanno dal 1969 al 2013. E, come dice nella prefazione, Anna Maria Lorusso “il campo che questi interventi attraversano è, infatti, uno dei più cari dell’autore” si parla del falso, del segreto, del complottismo e di cui Umberto Eco, nei suoi scritti, ha provato a stabilirne e difendere la verità. Molte cose le ricordavo mentre altre sono state, per me, novità, oppure non le ricordavo però, nel complesso, è stato un bel ripasso. Alla fine, come Lettore che già uso ai testi dell’Autore, l’ho apprezzato e mi è piaciuto perfino l’ultimo capitolo, che non conoscevo, sulla “verità” di Twitter. Ve lo consiglio.

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Cattivo sangue

di Elena Di Cioccio

In questo libro Elena Di Cioccio, l’Autrice, racconta non solo la sua vita da sieropositiva, ma anche la sua vita ricca di alti e bassi. Come dice Lei stessa l’ha pubblicato per togliersi un peso, quello che si trascinava dentro da decenni sulla sua sieropositività che in pochi intimi conoscevano. In realtà, in esso, parla “a cuore aperto” delle sue ferite che vanno dalla scoperta della sieropositività, nascosta per metà della mia vita, al superamento della dipendenza da cocaina, passando per la perdita di sua madre e di suo fratello, per arrivare alla chiusura del rapporto con suo padre. Devo dire che ho preso il libro solo perché Elena mi è stata sempre simpatica ed ero un po’ scettico sul contenuto e sul messaggio che si proponeva di lanciare man mano che andavo avanti nella lettura, mi sono posto le stesse domande che ho trovato in quarta pagina di copertina “Cosa accade quando il tuo futuro si infrange contro una diagnosi da cui non si torna indietro? Quando è il tuo stesso sangue a segnarti col marchio della vergogna?”. Non sto qui a raccontarvi delle sue relazioni tossiche, delle violenze fisiche e dell’abuso di sostanze varie ma non ho avuto dubbi a schierarmi dalla parte di Elena. Con tutto quello che ha scritto Elena, racconta una vita “al limite” ma si libera di un grosso peso e la sua è la testimonianza di una donna coraggiosa e forte che emoziona, il Lettore, e demolisce il tabù della malattia. Elena sei stata “GRANDE” e ti voglio bene. Leggetelo!

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Noi che siamo qui adesso

di Jostein Gaarder

Sono un frequentatore abituale della Rete Bibliotecaria Bergamasca e utilizzo la Biblioteca Comunale del Comune di residenza per andare a prelevare o consegnare i libri prenotati online. In questo periodo, in prossimità delle vacanze al mare, usufruisco del servizio prelevando testi della biblioteca comunale, così mi è capitato di scegliere questo di un Autore a me ignoto ma abbastanza famoso si tratta dello scrittore Norvegese Jostein Gaarder. Il libro è una lettera aperta rivolta ai suoi sei nipoti per trasmettere a loro e alle generazioni future la nascita del mondo secondo l’ottica della scienza, il mistero della morte, la possibilità dell’esistenza di altre fonti di vita nell’universo, la moderna e attuale pandemia, l’ecologia e la tutela dell’ambiente. Tutti temi cui l’Autore si è dedicato in vita raccogliendo varie intuizioni. E' un’esortazione a favore di un cambiamento radicale degli stili di vita e dell'economia globale al fine di preservare la natura dagli effetti catastrofici derivanti dall'impiego dei carburanti fossili. Gaarder propone delle soluzioni, forse, un po’ utopistiche ma lui, da intellettuale benestante e cittadino di un Paese che è uno dei maggiori produttori di petrolio dell’Europa occidentale, ci crede e la sua capacità consiste nel rendere tutti gli argomenti trattati in modo chiaro e compressibile al Lettore ignorante in merito.  La scrittura è pulita e piacevole, anche se a volte, un po’, prolissa. Ho fatto scorrere le pagine lentamente perché ho trovato gli argomenti molto interessanti e la lettura deve essere applicata e attenta.

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L'Aleph

di Jorge Luis Borges

Questo libro è una raccolta di racconti dello scrittore argentino Jorge Luis Borges, pubblicata nel 1949 ma già nell'edizione del 1952 l'Autore ne aveva aggiunti altri quattro, con un poscritto e nel 1974 ha apportato una revisione al testo. E’ un libro che va letto con attenzione perché all’interno si trovano i temi prediletti da Borges cioè la morte e l'immortalità, la metafisica, i labirinti, l'infinito. In totale sono diciassette racconti brevi tra i sei e le nove pagine di cui qualcuno più arduo sia per l’argomento trattato sia per l’uso della sintassi e della punteggiatura. Naturalmente non sto qui a raccontarvi le storie perché, dato la brevità dei racconti in se, toglierei al Lettore cui ne consiglio la lettura, il piacere di leggerlo. Dico soltanto che il titolo prende il nome dall'ultima storia presente nella raccolta, in cui uno dei protagonisti descrive Aleph come "il luogo dove si trovano, senza confondersi, tutti i luoghi della terra, visti da tutti gli angoli". Voglio aggiungere che in questa edizione Universale Economica Feltrinelli ho trovato molto interessale il breve Epilogo dello stesso Borges datato 1949, con una Postilla del 1952 contenenti alcune informazioni riguardo ai racconti e la Nota di Francesco Tentori Montalto che aiuta molto a far  conoscere la profonda capacità filosofica e la poetica di Jorge Luis Borges. Bello!

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La casa dell'uva fragola

di Pier Vittorio Buffa

Pier Vittorio Buffa, l’Autore, in questo libro mette al centro dell’attenzione la famiglia in una casa appunto “la casa dell’uva fragola”. Situata, tra Varese e il Lago Maggiore, a Castello Cabiaglio, dove si avvicendano diversi gruppi familiari: i Porrani, gli Zanzi, i De Maria e, infine, i Buffa. È una saga familiare con all’interno, una sequenza di donne dai nomi suggestivi come Ernesta, Ezechiella, Pia, Cencia. Un racconto matriarcale, dove queste donne spiccano e   dove prevale il punto di vista femminile. D’altronde la casa è femmina come l’uva fragola ed è femmina Ernesta Leoni, sposata con Giovan Battista Porrani, che si era fatta arrivare da lontano una piantina di uva fragola per sistemarla dove si trova tuttora: nella piccola aiuola ricavata tra le beole del cortile e addossata al muro. Anno dopo anno, la pianta era talmente cresciuta da arrivare a coprire l’intera casa e produrre una tale quantità di uva, che non si riusciva a mangiarla tutta. Per questo motivo fu inventata una marmellata mai fatta prima, la marmellata dell’uva fragola di nonna Ernesta e, in paese, la casa che era stata dei Porrani, poi dei Zanzi e quindi dei De Maria divenne la Casa dell’uva fragola. Insomma, è un romanzo autentico e completo di storia e di lacrime, di effettive perdite che rimarranno nel cuore di di chi crede ancora nei valori della famiglia dove tutto è possibile, perché è il luogo in cui ci sentiamo più sicuri e dove possiamo sempre tornare. Andando avanti con gli anni, la casa, è diventata la seconda residenza di famiglia e qui, nel corso degli anni, lo scrittore ha accumulato storie, aneddoti. Racconti quasi di fiaba, ricostruiti poi con i registri parrocchiali e le memorie dei discendenti ed accuratamente intrecciati con elementi di finzione. Un racconto documentale, dove la lingua chiara e asciutta dell’Autore si mette al servizio di un lavoro di interrogazione delle fonti e della memoria personale. Bello!

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Lezioni

di Ian McEwan

In quest’ultimo romanzo Ian McEwan, l’Autore, racconta la vita di Roland Baines, il protagonista, che ricalca, in sostanza quella dello stesso McEwan suo coetaneo che così, automaticamente, il suo personaggio diventa l’alter ego dello scrittore che insieme con lui viaggia attraverso settant’anni di avvenimenti storici. La storia di Roland guadagna fin da subito l’attenzione del Lettore, perché questo bambino, pieno di talento, subisce gli interessi morbosi della maestra di pianoforte, divenendone la vittima tanto da rinunciare alle sue ambizioni. Roland è l’uomo disincantato che fa i conti quotidianamente con le lezioni della sua stessa vita e allo stesso tempo subisce quelle della Storia del suo tempo, che lo travolgono senza appello. Muovendosi in balia della vita reale, Roland si sente assente nel suo tempo, travolto dagli eventi, tragicamente lasciato, anche, da sua moglie, una donna geniale ed egoista che l’ha abbandonato con un figlio neonato, e che coincide sempre con la realtà che detta nel mondo le trasformazioni del suo andamento. Nella vita senza qualità del suo personaggio, McEwan ha disegnato il profilo del nostro tempo tragico e inquieto, affidando ai suoi lettori un romanzo di sconvolgente maestria e luminosa intensità emotiva. Insomma lo Scrittore riesce a coinvolgere il Lettore mettendo in risalto la vita del protagonista avvalendosi della finzione per raccontare anche alcuni indizi della sua personale autobiografia di scrittore e di uomo. Nel libro c’è di tutto e partendo dall’esistenza inquieta di un adolescente attraversiamo le aspettative tradite di un adulto che ogni giorno scivola nel suo dramma di uomo abbandonato e del periodo storico reale, che è l’esperienza dello stesso McEwan bravo nel raccontarla e testimoniarla anche se in certi momenti mi è sembrato un po’ prolisso e ripetitivo. Da leggere.

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Vite rubate

di Marco Vichi e Leonardo Gori

In questo libro scritto a quattro mani da Marco Vichi e Leonardo Gori, gli Autori, mettono di fronte le ombre dell’immigrazione in Italia con la felice storia d’amore tra Marek e Aleya. Due vite spezzate da un tragico passato ma destinate a incrociarsi e a compenetrarsi.  E mentre Marek, un ragazzo che, dopo una vita fatta di stenti e troppi inappaganti lavori, si ritrova disoccupato con un diploma che la madre dopo tanti sforzi gli ha fatto prendere, ma non serve a nulla. Quando sul giornale legge che cercano braccianti per raccogliere pomodori nel sud dell’Italia ha un’illuminazione, lasciare Cracovia con lo zaino in spalla e con un biglietto di sola andata verso il miraggio del lavoro sicuro. Aleya invece non sa cosa voglia dire sognare. In Nigeria ha scoperto che la sua bellezza è una in realtà una condanna. Il suo corpo non è altro che un mero strumento di piacere per quegli uomini che la rapiscono e la scaricano con crudele indifferenza sulle coste italiane. Il primo, perciò, cerca un riscatto dopo anni di sfruttamento, la seconda è in fuga da uomini che la mercificano e quando, casualmente, s’incontrano, scatterà qualcosa di straordinario cioè una storia d’amore che diventa una forma di riscatto, un’àncora cui si aggrappano per fronteggiare le prevaricazioni e le mostruose sopraffazioni subite nella loro vita. Con una scrittura semplice e leggera gli Autori riescono a far conoscere, al Lettore, una realtà complessa e raccapricciante ammorbidita da questa bella storia d’amore. Buona lettura.

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I girasoli di Kiev

di Erin Litteken

In questo primo libro di Erin Litteken, l’Autrice, c’è una grande saga familiare che si sviluppa su due storie parallele in luoghi e tempi diversi ma collegati. La prima in Illinois nei nostri giorni e la seconda in Ucraina nel periodo che va dal 1930 al 1934. Nel 1934 per Katya, la protagonista, perché la fattoria di famiglia vicino Kiev non esiste più, c'è un solo posto dove trovare pace: il fazzoletto di terra miracolosamente scampato alla collettivizzazione sovietica, dove con la sorella Alina amava coltivare i girasoli. Era il loro gioco e il loro piccolo segreto. Sembrano passati secoli, ma solo pochi anni prima, quel giorno di primavera al matrimonio della cugina, il mondo di Katya era perfetto. A sedici anni, il vestito più bello e le trecce legate in testa alla maniera tradizionale, la mamma, il papà, Alina e Pavlo, l'amico di sempre che proprio quel giorno le aveva confessato il suo amore, e con cui Katya aveva sognato mille cose. Adesso di quel mondo non esiste più nulla perché i suoi genitori, Pavlo, Alina, non ci sono più, l'Ucraina è in mano ai sovietici, e per piegare la nazione al suo volere Stalin ha escogitato un piano crudele, passato alla storia come Holodomor, il genocidio per fame che uccise milioni di ucraini, e che il mondo ha dimenticato. Solo i girasoli, oggi, sono ancora lì, pronti a seguire il sole e a indicarle la strada. . I girasoli ricorrono sempre nei ricordi della “baba”, che ora vive nell’Illinois, perché è solo in un posto segreto ricavato all’interno del campo di girasoli che Katia e Alina riuscivano a trovare pace nei tremendi primi anni ’30 in Ucraina. Nei ricordi della nonna Bobby, diminutivo di Babuska, quel periodo, i girasoli e Aline sono sempre presenti e da quando Cassie ha perso il marito, insieme alla piccola Birdie si è trasferita dal Wisconsin in Illinois, per stare proprio con Bobby dopo essere emigrata in America dopo la seconda guerra mondiale e che di quel mondo e di quel passato non ha mai raccontato nulla. Quando, però, Cassie trova per caso un diario dalle pagine fitte scritte in ucraino, capisce che è arrivato il momento di scoprire che cosa c'è nel passato doloroso di sua nonna che nel sonno parla e ripete sempre Alina e girasoli. Nel romanzo, Il Lettore, perciò incontrerà la nonna di Cassie che, prima di morire, le racconterà quegli avvenimenti così sconvolgenti, grazie proprio all’aiuto del suo diario tenuto gelosamente nascosto per tanti anni. C’è, inoltre da che l’Autrice ha terminato di scrivere questo romanzo prima che la Russia putiniana iniziasse l’invasione dell’Ucraina temendo che la storia potesse ripetersi a discapito di un popolo da sempre martoriato da dittatori o autocrati di ogni tipo. Ve lo consiglio, leggetelo!

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Al di qua del fiume

di Alessandra Selmi

In questo romanzo di Alessandra Selmi, l’Autrice, c’è la storia della nascita del villaggio operaio di Crespi d'Adda, oggi patrimonio dell'Unesco, che ha come scenario una saga familiare che si sviluppa nella bellissima cornice naturalistica del fiume Adda. Siamo nel 1877 quando Cristoforo Crespi, figlio di Toni il tengit, acquista con immenso rischio una zona a ridosso dell'Adda dove sorgerà una delle sedi della Benigno Crespi, l'azienda tessile di famiglia. La scommessa di Cristoforo è, però quella di immaginare qualcosa di diverso dal solito, aspira a far nascere un luogo in cui ogni operaio può trovare ciò che gli serve, dalla casa alla scuola per i figli, da luoghi di svago e di ritrovo all'assistenza sanitaria. È un sogno imprenditoriale che si realizza tra le tante difficoltà dei protagonisti e le mille paure ed emozioni che sempre si accompagnano ai grandi cambiamenti. C’è il ritratto di due generazioni a cavallo tra ottocento e novecento e non troviamo soltanto il percorso imprenditoriale dei Crespi ma troviamo anche la realizzazione di un villaggio in cui, accanto agli stabilimenti per la lavorazione del cotone, sorgono le case per le famiglie degli operai, e poi una locanda, la scuola, perfino la chiesa. Insomma il romanzo si arricchisce di tutti quei personaggi che hanno contribuito a favorire la nascita di questo villaggio, con il loro lavoro, con i loro legami e le divisioni, con l'amicizia e le rivalità, con l'amore e l'odio. Sono personaggi che rimangono nella memoria del Lettore come Elvira, Fredo, Remigio, l'Agazzi, il Caneta, ma soprattutto Emilia, cui l'autrice affida la riflessione finale del racconto "Sono cresciuta con gli alberi del viale, ho bevuto l'acqua del fiume, ho bagnato di lacrime la terra. Ho vissuto altrove, altrove sono stata felice e triste, ma in nessun altro posto sono stata felice e triste come qui. Questo posto ce l'ho sotto la pelle, nel sangue, dentro lo stomaco” e viene la voglia di fare una visita a Crespi d’Adda. Il romanzo è intenso e piacevole da leggere grazie ad una scrittura delicata ma precisa e a un linguaggio semplice e intercalato da frasi dialettali. Ve lo consiglio.

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Il Re del gelato

Cristina Cassar Scalia

Cristina Cassar Scalia, l’Autrice, con questo libro ha voluto mostrarci la sua protagonista arrivata da poche settimane a Catania e alla prese con quello che inizialmente non doveva essere neanche un suo caso. Delle pillole sospette vengono trovate nei gelati della catena di gelaterie più famosa della città. Cosa c'entra la sezione Reati contro la persona della Squadra Mobile di Catania? Niente. Ma quando il proprietario delle gelaterie Agostino Lomonaco viene trovato morto Vanina deve indagare. Gelataio storico catanese, proprietario di molti locali, appena scopre che nei suoi gelati sono state trovate delle pillole e che i clienti, spaventati e indignati, avevano presentato denuncia per timore di essere stati avvelenati o peggio.Vanina, prima che Lomonaco fosse trovato morto, lo aveva incontrato e aveva valutato, il caso, non pericoloso e l’aveva tranquillizzato. Nel momento che se lo trova davanti privo di vita, chiaramente assassinato, la vicenda diventa molto grave. Chi lo ha ucciso, ma soprattutto l’omicidio e il precedente delle pillole dentro le vaschette dei gelati, sono collegati tra loro? Fortunatamente, anche se Vanina è a Catania da poche settimane e conosce i suoi uomini da poco, eppure già notiamo le caratteristiche degli uomini come Nunnari, Spanò, Lo Faro e della bella Marta e per la prima volta si intravede l'ex commissario Patanè. Tra i sospettati c’è anche la figlia del gelataio ma Vanina, al contrario del Pubblico Ministero incaricato, la esclude dai possibili colpevoli e si orienta su ben altro. Ed iniziano i colpi di scena con nuovi eventi concatenati tra loro, situazioni esilaranti che porteranno alla risoluzionedel caso. Ancora una volta, Cristina Cassar Scalia, non delude le aspettative, del Lettore, con il suo intelligenza, la sua forza di volontà e il suo stile inconfondibile in cui ben combina la lingua italiana con il dialetto siciliano dipingendo il tutto con grande abilità.

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Caminito

Un aprile del commissario Ricciardi

di Maurizio de Giovanni

In questo nuovo racconto di Maurizio de Giovanni, l’Autore, c’è il ritorno in campo, dopo il successo televisivo, del Commissario Ricciardi. Il titolare della squadra omicidi in servizio presso la Regia Questura di Napoli durante il ventennio fascista, vive in un’epoca cupa, grigia, ingiusta e qualche volta disumana. Il titolo è un omaggio a un indimenticabile tango argentino scritto in due tempi e a quattro mani: prima la musica e poi le parole e proprio in Argentina ha inizio questo romanzo. Lì dove la cantante Livia Lucani, da sempre innamorata del commissario, ha dovuto fuggire e ora si fa chiamare Laura Lobianco, si esibisce nei locali di Buenos Aires, cercando di capire come orientare il proprio futuro. La vicenda si svolge nel 1939, cinque anni dopo da quando l’esistenza di Ricciardi è stata sconvolta e il nuovo “fattaccio” si svolge esattamente nel mese di Aprile, come recita il sottotitolo.  Ricciardi è sempre lo stesso che ancora si affligge per la perdita della sua amata ma, in contemporaneo,  si angoscia per la dittatura fascista oramai dilagante in progetti ancora più folli, per il crescente liberticidio, per la minaccia che incombe sui suoi più cari amici, in particolare si tormenta per la sua unica figliola, Marta, a cui vorrebbe fosse risparmiata la sua stessa estrema sensibilità, e non provare le sue stesse pene. Anche il fedele Maione ha le sue traversie in famiglia e mette in moto anche Bambinella. Insomma de Giovanni non fa mancare niente ai suoi più fedeli Lettori. Tuttavia lo consiglio anche a chi ha conosciuto il Commissario Ricciardi solo in televisione.

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La mala erba

di Antonio Malvaldi

La vicenda raccontata in questo libro di Antonio Manzini, l’Autore, si svolge a Colle S. Martino. Non conoscete Colle S. Martino? E’ una “metropoli” di 300 (trecento) abitanti in provincia di Rieti dove, un certo Cicci Bellè, è il padrone di ogni casa e di ogni muro del piccolo paese e la cui famiglia da sempre regna incontrastata sul paese, gestendone, di fatto, la vita. L’unico che un po’ contrasta il padrone è il parroco, i due si fanno la guerra a colpi di cattiverie e angherie e a farne le spese sono gli abitanti ricattati da religione e soldi a strozzo. In sostanza è sempre il dio denaro che regola la vita del paese, che stabilisce chi può vivere sereno e chi no. E, mentre i più anziani sembrano rassegnati a questa situazione, qualche giovane nutre ancora la speranza di un futuro diverso, lontano da quel paese, dove anche l’allegria non è ammessa, specialmente se non giustificata. Tra essi c’è Samantha, una diciassettenne, che sogna una vita lontana e diversa, un desiderio anche banale, studiare veterinaria all’università, ma che visto dalla piazza di Colle San Martino sembra avere i contorni del miracolo o della fantasia irrealizzabile. Nel giro di qualche mese Samantha diventa la protagonista effettiva della vicenda, infatti, dopo aver superato gravi vicissitudini accorsigli in questo breve lasso di tempo e che non svelo di proposito, con la sua risolutezza e caparbietà accetta una proposta indecente della mala erba Bellè ormai non più in grado di nuocere. Samantha determinata ed esigente non ristabilisce giustizia ma perpetua un altro tipo di mala erba, relazioni perfide, cattiverie e malignità. La vittima diventa carnefice e il Lettore, se vuole conoscerne la storia, deve leggere il libro che non è eccelso ma leggibile.

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La Sicilia degli Dei

di Giulio Guidorizzi e Silvia Romani

Questo libro, scritto a quattro mani da Giulio Guidorizzi e Silvia Romani, gli Autori, arriva dopo altri due, che non ho letto, di cui uno “In viaggio con gli dei” è dedicato alla Grecia, e l’altro “Il mare degli dei” alle sue isole. Devo subito dire che, il libro, rispetta il sottotitolo “una guida mitologica” perché, a me, siciliano che conosce la propria regione ed ha visitato tante volte i posti descritti, mi ha chiarito molte cose arricchendomi d’informazioni e storia. I due Autori compiono un periplo dell’isola partendo dall’arcipelago delle Eolie per finirlo a Palermo, attraversando la Sicilia sulle tracce dei suoi miti e delle sue storie. E’ un libro pieno d’informazioni importanti e interessanti, carico di storie e curiosità a me non ignote ma sicuramente ha arricchito le mie conoscenze. Bellissimo il capitolo dedicato a Siracusa con Archimede, la fonte Ciane, Santa Lucia e non solo, perfino molto arricchente è la nota aggressione dei petrolieri arrivati dal nord Italia per seppellire i resti di Megara Ibla e far scomparire il Comune di Melilli con migliaia di tonnellate di mercurio e bitume versati nelle acque antistanti e a cielo aperto. Che progresso! Come mazarese e amico degli eroi del “Capitan Ciccio” che hanno arricchito la Città di Mazara del Vallo con il mito venuto dal mare “il Satiro danzante” mi sento obbligato a ringraziare gli Autori per il capitolo a essi dedicato. Comunque la lettura non è solo ricca d’informazione ma anche piacevole e scorrevole e lo consiglio a tutti quelli che si preparano a fare un viaggio sulla più grande isola del Mediterraneo o portarselo dietro come vademecum durante la visita. Ai miei corregionali ne suggerisco la lettura per completare e arrichire il loro bagaglio formatosi con i racconti dei nonni.

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Gradini che non finiscono mai

di Giorgio Parisi con Piergiorgio Paterlini

L’Autore di questo libro è Giorgio Parisi il Premio Nobel per la Fisica per l’anno 2021un grande, un genio che aiutato da Pìergiorgio Paterlini ha scritto questo libro carico di umorismo, ironia e autoironia e con un linguaggio semplice e amichevole, da persona normale, e con molta originalità un’autobiografia aiuta, il Lettore, ad addentrarsi in concetti molto complicati, con una facilità sorprendente. I “gradini” (da cui il titolo) non sono solo lo scorrere del tempo, la sequenza degli episodi, la descrizione delle situazioni ambientali e delle relazioni umane, le tappe di una vita. Sono anche un sogno ricorrente dell’Autore e diventano anche i capitoli del libro, cento capitoli a volte di una sola paginetta. Senza dimenticare che ogni gradino implica studio, applicazione, congetture, ipotesi, verifiche e se Parisi è diventato Premio Nobel non lo è divenuto casualmente ma per i risultati raggiunti con anni di studio e di calcoli. Interessante è anche il suo impegno pedagogico che è sfociato con la valorizzazione e l’affermazione di tanti suoi allievi. Il Lettore coglie, con piacevolezza, tutto l’amore che, l’Autore, ha per il proprio lavoro, la propria famiglia e la cerchia di amici, che si accompagna alla straordinaria umanità e semplicità di un gigante della scienza. Lo consiglio a tutti.

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Chi si ferma è perduto

di Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone

In questo libro Marco Malvaldi, l’Autore, ha chiamato in suo aiuto la moglie Samantha Bruzzone, sposati da due decenni, entrambi appassionati di gialli. È, però, il loro primo romanzo a quattro mani, dove espone un’indagine al femminile che spazia tra suspense e ironia, scavando nei segreti di un borgo e dei suoi abitanti. Il borgo è Ponte San Giacomo, vicino a Pisa, e la protagonista è Serena Martini, di anni quarantacinque, non è retribuita per il lavoro che costantemente svolge. Ha due figli, Pietro, tredicenne che studia violoncello e Martino, di anni dieci, che si allena con il judo. Il marito con cui è coniugata da ben due decenni, insegna all’Università ed è ordinario di Intelligenza Artificiale e Informatica. Serena è laureata ed è esperta di chimica sopra molecolare dei metalli, ha un ottimo olfatto e si barcamenano tra la scelta di un lavoro a tempo pieno o meno viste le varie incombenze. Una domenica Serena scopre, casualmente un cadavere, è il corpo di Luigi Caroselli, professore pro tempore della cattedra musicale della scuola privata Della Casa di Procura Missionaria. Oltre il cadavere quello che gli rimane incancellabile sono due odori quello della polvere da sparo e il secondo quello dell’acidemia isovalerica. Il morto era un uomo solo, appartato, senza famiglia, amante della natura, colto, clavicembalista ma anche certamente un discreto rompiscatole. È un personaggio, inoltre, noto per la situazione sociale perché la scuola in questione è l’unica del posto ed è frequentata anche dai figli di Serena stessa. La donna, oltre alla sua formazione da chimica, possiede un olfatto formidabile e professionalmente ottimizzato che le consente di distinguere i singoli elementi chimici delle sostanze e volente o nolente con queste indubbie doti è costretta a diventare investigatrice. L’indagine ufficiale è affidata a Corinna Stelea, sovrintendente di polizia. Serena Martini, investigatrice dilettante e Corinna Stelea indirizzano i sospetti verso l’interno del convento. Gli Autori riescono a realizzare una vicenda divertente e coinvolgente, e offrire al Lettore una storia avvincente e ricca di colpi di scena. Buona Lettura!

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Paradiso Siciliano

La saga de vulcani

di Palma Pellegrini Torre

In questo libro la sconosciuta Palma Pellegrini Torre, l’Autrice, ci racconta in prima persona una storia affascinante che cattura subito il Lettore. La vicenda è ambientata nell’arcipelago delle isole Eolie ed ha inizio con l’arrivo, in una piovosa giornata di ottobre del 1948, a Stromboli una giovane donna di nome Ada Vittoria Valeri che viene da Milano a sostituire il vecchio maestro elementare andato in pensione. Dallo sbarco della maestra sull’isola gli occhi degli isolani sono tutti puntati sulla giovane e bella maestra suscitando sussulti e dicerie che saranno scoperti in una notte di forti boati vulcanici. Nel giro di poco tempo la  curiosità sulla maestra viene messa da parte perché sull’isola arriva il cinema con una delle storie d'amore più famose del dopoguerra, quella tra Roberto Rossellini e Ingrid Bergman, che ha fatto scorrere fiumi d'inchiostro sui rotocalchi di tutto il mondo. Non solo perché la Bergman è sposata ma anche perché Rossellini vive con la vulcanica attrice italiana Anna Magnani che un’altra casa cinematografica, la Panaria, ingaggia e si stanziano a Vulcano per le riprese di un altro film con quasi gli stessi temi dando vota, appunto alla “saga dei Vulcani”. Sembra di essere sul set con il regista, maestro del neorealismo, e la sua musa e amante Ingrid a veder nascere uno dei suoi film più laboriosi e amletici. Insomma non manca proprio niente c’è l’amore, la gelosia, la natura, l’arte e tutto s’intrecciano in modo avvincente facendo divorare le pagine, al Lettore, che ha voglia di perdersi in una storia unica e delicata.

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Chiedi al portiere

di Giuseppina Torregrossa

Di Giuseppina Torregrossa, l’Autrice, avevo già letto dei romanzi, dove so, respira l’odore della terra di Sicilia terra di cui Lei, palermitana doc, ama. Ho preso, perciò, il libro per annusarne gli odori di cui ogni tanto ne sento il bisogno e invece, arrivato a casa e aperto il libro, mi ritrovo tra le mani un giallo ambientato a Roma, in cui i personaggi sono gli stessi che hanno animato un precedente romanzo che intitolato “Morte accidentale di un amministratore di condominio” che io non ho letto. Così faccio conoscenza con l’ispettore Mario Fagioli che qui non è coinvolto in un caso, ma addirittura in due casi in uno c’è una morte sospetta e nell’altro un agguato a una nota star televisiva, con qualche trauma di non grave entità. L’ispettore, con un atteggiamento un po’ annoiato, convive con Lidia, una giovane spigliata proprietaria di un negozio di frutta e verdura. I due sembrano fatti l’uno per l’altra e di vivere una vita tranquilla all’improvviso, però, la tranquillità quotidiana è agitata da una telefonata di Eleonora Piazzesi che comunica all’amica Lidia la morte sospetta, quella della madre, a suo dire avvelenata lentamente dal marito, un individuo dall’aspetto ripugnante, assetato di soldi. In contemporanea Mario Fagioli è chiamato dal Commissario a causa di un agguato perpetrato ai danni di Albina Santalmassi, una stagionata giornalista e star della TV, al ritorno a casa a tarda ora è stata assalita alle spalle, buttata a terra, pestata e insultata. La trama è molto semplice e la lettura è piacevole. L’Autrice si distingue per la sua ironia e riesce a regalare, al Lettore, scampoli di umanità varia e personaggi che non è difficile immaginare come reali, anche se questa sua esperienza di giallista non mi convince del tutto.

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Il mago del Cremlino

di Giuliano da Empoli

In questo romanzo Giuliano da Empoli, l’Autore, ci racconta la Russia di oggi partendo dalla caduta del muro di Berlino per arrivare alla guerra con l’Ucraina. Scritto totalmente a forma di dialogo anche se, di fatto, è un monologo in cui Vadim Baranov, conosciuto come “il mago del Cremlino”, racconta la sua esperienza con gli uomini e le vicende che hanno accompagnato la trasformazione di un anonimo funzionario del Kgb nell’inesorabile Zar di oggi. In sostanza, il racconto, è ispirato a un uomo colto, un manipolatore senza scrupoli, capace di trasformare un paese intero nella scena di un teatro dove non esiste altra realtà che quella di Putin. Il racconto, riportato in forma di romanzo, in cui s’inseriscono dialoghi di personaggi noti e non, permette, al Lettore non attento alle vicende politiche Russe, di entrare nella sua storia recente, come nei fotogrammi di un film accordati a una voce fuori campo. D’altronde Baranov proveniva dal mondo dell’arte e dello spettacolo, ed è per questo motivo che gli è stato facile far esprimere i personaggi della storia come attori su un palcoscenico. Il merito è tutto dell’Autore che è riuscito a rendere la lettura, di argomenti complicati e misteriosi, accessibile a tutti. Bravo!

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L'arte di prolungare la vita

di Luca Tonetti

In questo libro Luca Tonelli, l’Autore, ricostruisce la storia  dell’arte di prolungare la vita ed essendo in questo periodo un ricercatore associato in Storia della scienza presso l’Università di Bologna, lo fa ripercorrendo i momenti più interessanti e gli sviluppi nella medicina con uno sguardo particolare ai processi d’invecchiamento, al rapporto tra alimentazione e corruttibilità dei corpi, alle possibilità della medicina di intercedere nel merito. D’altronde è cosa risaputa che il prolungamento della vita come problema filosofico e scientifico ha impegnato centinaio di uomini di Scienza e affonda le sue radici nella medicina antica e percorre sia il pensiero filosofico che quello scientifico. L’Autore, come dice lui stesso nell’introduzione, non potendo restituire la vastità e la varietà del dibattito in merito, suggerisce un percorso di lettura che va dal Rinascimento fino alla fine del XVIII secolo. Nel cammino s’incontrano le radici sul dibattito della longevità con i suoi modelli di vecchiaia a confronto, il ritardare la morte con la dietetica e l’elisir di lunga vita e infine la longevità e la nuova medicina. Un libro molto interessante e impegnativo.

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Cosa mi dice il mare

di Lorenza Stroppa

In questo libro Lorenza Stroppa, l’Autrice, parla di storie, di vissuti molteplici, di probabilità e possibili svolte che la vita ci offre. Il racconto si apre con il conflitto fra Corinne una madre che decide inaspettatamente di fuggire e un figlio, Roux, affidato dal marito ai suoi genitori che abitano in un paesino costiero della Bretagna. Il filo rosso che unisce questa vicenda è, però, il tempo e le sue trasformazioni che come il mare prende tutto quello che capita tra le sue onde ma è onesto e restituisce sempre. Solo che quello che riemerge dalle sue acque e riapproda sulla terraferma non è più uguale, come prima ma può essere frammentato, smussato, levigato, consumato, ossidato e spesso irriconoscibile. E’ una storia di vita in cui una madre e un figlio, nel vasto mare della narrazione, collocano famiglie, amicizie, nonni e amori. La lettura di questo libro regala, al Lettore, dei momenti belli e intesi coronati da una scrittura attenta al suono delle parole e alla ricchezza di metafore. Il merito è tutto dell'Autrice che ci porta a vivere direttamente le varie fasi con un intreccio di azioni passate e presenti intriganti e interessanti. Oltre le vicende personali dei protagonisti è imare con le sue creature, a porsi come primo attore e interlocutore segreto creando, con chi legge, un rapporto misterioso di ascolto, di silenzi, di parole non dette che ci risuonano dentro come le sue onde. Ve lo consiglio.

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Seconda Pagins iniziata il 12.01.2023